Alessandro Laita. Quando l’artista rottama se stesso
Butta via tutto, Alessandro Laita: nel senso letterale del termine. L’archivio dei suoi progetti irrealizzati va al macero, trinciato e riciclato in sessantacinque fogli nudi. Lapidi per opere abortite che finiscono per diventare opera esse stesse. Fino al 12 febbraio da Placentia Arte
Sono stati bocciati, rifiutati, tarpati, sviliti, irrisi, uccisi, vilipesi, cancellati, frustrati, dimenticati, saltati, evitati, evirati. Sono decine di progetti e bozzetti per opere che non conosceremo mai, se non nella dolorosa resurrezione imposta loro dal proprio autore: mette in scena un olocausto personale Alessandro Laita (Verona, 1979), compiendo il più antico e insieme moderno rito di purificazione. L’abbandono maturo e volontario di ciò che si ha di più caro viene certificato dalla sua rigenerazione; il riciclaggio di opere sporche condensa nell’illusoria memoria del passato la viva presa di coscienza del presente. In questi sessantacinque fogli irregolari, declinati in modo inconsapevole e incontrollato in un effetto estetico più che gradevole, Laita fotografa con stupefacente lucidità ciò che egli è oggi: l’abrasione del passato è fattore creativo, innovazione, slancio. Non un memoriale, allora. Semmai un trampolino da cui tuffarsi nel domani.
Francesco Sala
Piacenza // fino al 12 febbraio 2013
Alessandro Laita – Even if I fail
PLACENTIA ARTE
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