Parte il prestito bancario per piccoli collezionisti, molto appassionati ma poco facoltosi. La Galleria Vannucci di Pistoia scommette su di loro. Ricordando i coniugi Vogel
A Herbert Vogel la comunità dell’arte internazionale ha rivolto l’ultimo saluto, lo scorso luglio. È andato via, con i suoi 90 anni tondi tondi, lasciando dietro di sé la memoria di una vita vissuta come un brano di letteratura. Herbert, assieme alla moglie Dorothy, è stato uno dei collezionisti più sui generis e più amati […]
A Herbert Vogel la comunità dell’arte internazionale ha rivolto l’ultimo saluto, lo scorso luglio. È andato via, con i suoi 90 anni tondi tondi, lasciando dietro di sé la memoria di una vita vissuta come un brano di letteratura. Herbert, assieme alla moglie Dorothy, è stato uno dei collezionisti più sui generis e più amati degli ultimi cinquant’anni. Solo arte contemporanea e solo opere medio-piccole, con costi accessibili: postino lui, bibliotecaria lei, vivevano nella loro casetta di Manhattan, facendosi bastare un solo stipendio per le necessità quotidiane: l’altro doveva rigorosamente servire per comprare opere d’arte. Disciplina e passione, che li resero una coppia leggendaria dell’art world.
Una vicenda, quella di Herb & Dorothy, che ha conquistato anche una storica galleria di Pistoia, la Vannucci Artecontemporanea, da due generazioni punto di riferimento per il circuito artistico locale, di recente impegnata in un percorso di rinnovamento con artisti giovani e mid career (a breve Francesco Surdi, con la cura di Ida Parlavecchio, subito dopo Fabrizio Corneli, curato da Silvia Evangelisti).
I Vannucci, a un certo punto, si sono immaginati come sarebbe stato averli in galleria, i coniugi Vogel. Incontrarli agli opening, vederli innamorarsi di una tela e magari comprarla, con i risparmi messi da parte pazientemente. Ed ecco che scatta una scintilla. Un esperimento, un modo per andare incontro ai tanti Herb & Dorothy che si avvicinano al collezionismo, essendone attratti ma anche, magari, spaventati. Con la crisi che pressa.
La galleria prende accordi con Banca Interregionale, studiando insieme un pacchetto per un prodotto creditizio specificom che agevoli l’acquisto di opere d’arte, con finanziamenti a tassi molto favorevoli. Un servizio ideato appositamente per i propri collezionisti, introdotti all’istituto bancario e facilitati nel desiderio di accaparrarsi una tela, una scultura. Idea semplice ma significativa, nel quadro di un sistema finanziario che poco avvantaggia venditori, compratori, investitori: sempre più pressante si fa la necessità di studiare, per il mondo dell’arte e della cultura, regole fiscali e strategie economiche ad hoc, sistemi di defiscalizzazione e di agevolazione, iter di semplificazione della disciplina contabile.
Temi caldi, che in certi casi hanno spinto le gallerie a chiudere baracca, in certi altri a scegliere attività più volatili, con meno costi fissi, orientate solo alla produzione. E in altri ancora, come per i Vannucci, a inventarsi micro soluzioni a vantaggio del cliente. Herbert e Dorothy, con il loro arsenale di piccole opere preziose, volute e sudate (da Wahrol a Schanbel, da Sol Lewitt a Chirsto) avrebbero gradito.
Nel giorno di presentazione del progetto, in galleria si proiettava il film di Megumi Sasaki dedicato ai due collezionisti newyorchesi. Un omaggio, un auspicio, una bella storia da cui partire.
– Helga Marsala
www.vannucciartecontemporanea.com
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati