E Cattelan finisce da dove ha iniziato. In extremis nella Biennale di Bice c’è anche lui. Coi piccioni
“Questa è l’ultima mostra di cui mi occupo, poi ci sarà la retrospettiva di novembre al Guggenheim e poi basta – giura -. Come annunciato mi ritiro ad occuparmi della mia rivista Toilet Paper, anzi ne farò anche altre”. Giustifica così, al quotidiano Repubblica, la sua presenza in extremis alla Biennale di Venezia Maurizio Cattelan. […]
“Questa è l’ultima mostra di cui mi occupo, poi ci sarà la retrospettiva di novembre al Guggenheim e poi basta – giura -. Come annunciato mi ritiro ad occuparmi della mia rivista Toilet Paper, anzi ne farò anche altre”. Giustifica così, al quotidiano Repubblica, la sua presenza in extremis alla Biennale di Venezia Maurizio Cattelan.
Duemila piccioni impagliati sulle capriate del Palazzo delle Esposizioni, in ogni sala il pubblico visiterà la mostra di Bice Curiger con la minaccia simbolica di essere battezzato dal fatale guano. Un’opera che quadra idealmente il cerchio apertosi quindici anni fa: nel 1997, in occasione del Padiglione Italia di quell’anno (curato da Germano Celant così come la mostra internazionale), Maurizio Cattelan venne invitato affianco di due mostri sacri come Enzo Cucchi e Ettore Spalletti, risposte disseminando il padiglione di minacciosi piccioni…
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