Alessandro Anselmi, storie di architettura su carta. Un piccolo omaggio a un grande architetto scomparso. Il disegno come traccia fisica del pensiero sullo spazio
“Ho sempre avuto una grande propensione per il disegno e la manualità. Quando si disegnava si instaurava un rapporto fisico con il progetto; se tracciavo una riga era quella riga, dipendeva da me, dal mio umore, dal mio corpo. Adesso la fisicità si è persa e così, in parte, la verità profonda dell’architetto. Per questo […]
“Ho sempre avuto una grande propensione per il disegno e la manualità. Quando si disegnava si instaurava un rapporto fisico con il progetto; se tracciavo una riga era quella riga, dipendeva da me, dal mio umore, dal mio corpo. Adesso la fisicità si è persa e così, in parte, la verità profonda dell’architetto. Per questo continuo a disegnare, a fare schizzi di tipo espressionista per ritrovare la materia. Vedo il disegno manuale non come rappresentativo ma come espressione profonda del progetto, lo schizzo come l’anima della creazione architettonica”. Parole di Alessandro Anselmi, raccolte da chi scrive nel lontano 2004.
Sono passati poco meno di dieci anni: era quello il momento della grande consacrazione della sua attività di architetto, con una mostra promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali negli spazi temporanei di quello che sarebbe poi diventato il MAXXI.
Anselmi è scomparso qualche giorno fa. Come ricordarlo? Con una galleria di disegni, per esempio. Lui, che fu un uomo capace di costruire la forza di una visione, di nutrire l’architettura con espressioni mutuate dalle altre arti. Perché, secondo Anselmi, per progettare c’era sempre bisogno del passaggio della mano sulla carta, del corpo in movimento dell’autore, in dialogo con l’idea che prende forma e si fa spazio, creando un nuovo brano del tessuto cittadino.
Questo tributo è allora un piccolo archivio di architettura ma anche di storie personali, di racconti solo accennati, fra sogni e memorie. Un modo per invitarvi a intraprendere un viaggio all’interno dell’immaginario creativo di Anselmi, partendo proprio da questa selezione grafica, per continuare magari ad approfondire le tappe della sua architettura – costruita, vissuta, teorizzata – in Italia e altrove. Qualche suggerimento bibliografico, infine, per esperti e neofiti: Alessandro Anselmi architetto, a cura di C.Conforti, J. Lucan, edito da Electa nel 1997; 44 domande ad Alessandro Anselmi, a cura di D. D’Anna, pubblicata da Ed. Clean, Napoli, nel 2000; Alessandro Anselmi. Piano superficie progetto. Disegni 1964-200, a cura di M. Guccione e V. Palmieri, edizioni Federico Motta, 2004.
– Emilia Giorgi
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