Oggetti, oggetti e ancora oggetti. In fila su mensole con fondali, che sottolineano il loro senso stando lì e non altrove. Che inscenano una narrazione su un palco privilegiato: quello di una galleria d’arte. Un’operazione, quella di Haim Steinbach (Rehovot, 1944; vive a New York), i cui codici sono leggibili in filigrana. A sette collezionisti sono stati richiesti alcuni oggetti dalle loro raccolte, questi a loro volta sono stati selezionati dall’artista, integrati da oggetti personali e installati su “dispositivi” scenico-linguistici quali le mensole con i fondali da lui disegnati.
Il risultato è un racconto lineare. In un’infilata di spunti si può leggere del collezionista di pipe, di quello che vanta il “naso” di William Kentridge (sotto il cui peso la mensola che lo sostiene cede un attimo per poi risalire), della raffinatissima collezione di monetazione tribale africana: ritratti non-figurativi dei loro proprietari pensati dall’artista. Su tutti spicca quello della gallerista: nella diagonale principale d’ingresso alla galleria, una sua collezione di oggetti su una scaffalatura in ferro.
Giovanna Procaccini
Milano // fino al 6 aprile 2013
Haim Steinbach – Collections
LIA RUMMA
Via Stilicone 9
02 29000101
[email protected]
www.liarumma.it
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