Come un tarassaco soffiato. La delicatezza di Silvia Bächli
L'artista svizzera, già vista tra MoMA e Centre Pompidou, sbarca con la sua prima personale a Milano. Tra un'installazione di fotografie scattate in Islanda e i suoi più noti lavori su carta, nei due spazi di Raffaella Cortese. A Milano, fino al 4 maggio.
Silvia Bächli (Baden, 1956) potrebbe sembrare un’artista astratta, ma la gestualità delle sue linee tirate fino alla massima estensione del braccio e i suoi soffusi riferimenti alla realtà, la pongono in un limbo espressivo, da cui riesce a uscire con la forza gentile di un linguaggio delicatamente ordinato, che ammorbidisce, in un proficuo dialogo, i tubi a vista e il razionalismo dello spazio seminterrato di Raffaella Cortese.
I colori tenui, da dietro il vetro, abbracciano le ombre dei visitatori, che vi si riflettono come grigi e languidi acquerelli, mentre nell’altro spazio su strada della galleria, l’installazione fotografica che, su una struttura lineare, ripercorre un viaggio dell’artista con il compagno in Islanda, è pervasa dalla stessa discreta poesia del “linguaggio dei fiori e delle cose mute”, che sembra caratterizzare la realtà sfumata, quasi fané, delle opere su carta.
Giulio Dalvit
Milano // fino al 4 maggio 2013
Silvia Bächli
RAFFAELLA CORTESE
Via Stradella 7 / Via Stradella 1
02 2043555
[email protected]
www.galleriaraffaellacortese.com
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