Apre il MAR, Museu de Arte do Rio: sulle ceneri di un distretto di polizia Anni Quaranta ecco la nuova struttura di segnata da Bernardes e Jacobsen. Primo tassello per il rilancio dell’area portuale di Praça Mauà, in cui interviene anche Calatrava
La Giornata Mondiale della Gioventù – prima grande uscita del nuovo Papa – la prossima estate; i Mondiali di Calcio l’anno venturo e le Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016: il Brasile si gioca l’all in. Investimenti miliardari per dare prova di maturità e scrollarsi di dosso la lusinghiera ma limitante etichetta del paese […]
La Giornata Mondiale della Gioventù – prima grande uscita del nuovo Papa – la prossima estate; i Mondiali di Calcio l’anno venturo e le Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016: il Brasile si gioca l’all in. Investimenti miliardari per dare prova di maturità e scrollarsi di dosso la lusinghiera ma limitante etichetta del paese emergente, per vestire la maglia di quello finalmente emerso: cercando di non affondare nella gestione di un impegno finanziario abnorme, dimostrando semmai di essere realtà matura nel panorama internazionale. Nel fiume di cemento che, in questi anni, è destinato a cambiare il volto del Paese, uno tra i rivoli più consistenti riguarda naturalmente Rio de Janeiro. Che festeggia, in queste ore, l’apertura del MAR – Museu de Arte do Rio attorno a cui ruota la riqualificazione del quartiere portuale di Praça Mauà, progetto che, nel suo complesso, arriverà a costare quasi 40 miliardi di dollari. Tra le costruzioni in fase di realizzazione anche l’avveniristico Museum of Tomorrow firmato da Santiago Calatrava: ad accogliere una collezione dedicata a scienza e tecnologia sarà – apertura prevista nel 2014 – una leggera struttura slanciata da uno dei moli direttamente verso l’oceano. In attesa dei musei che verranno la città si coccola il nuovo venuto: una sorridente Dilma Rousseff taglia il nastro dei 5.200 metri quadri del nuovo museo, disegnato dallo studio Bernardes e Jacobsen sulla ex stazione di polizia a un passo dal Palácio Dom João VI: se il concept della nuova istituzione prevede l’omaggio alla storia della città, che il suo tempio sia allora sintesi felice tra un eclettico passato neoclassico e la più disinvolta contemporaneità. Una maschera in cemento e vetro corregge allora le forme dell’edificio preesistente, rinnovando anche l’ormai dismessa stazione degli autobus: la copertura ondulata richiama nelle intenzioni l’orizzonte dell’Atlantico, creando un effetto straniante nel dialogo con il contesto storico. Curiosa ed eccentrica rielaborazione di un paesaggio urbano che non ha remore nel reinventare la propria giovanissima storia, senza il peso di vincoli che lo ancorino al passato. Si apre con più mostre in contemporanea: un saggio dei circa tremila pezzi donati al museo da privati sono esposti in The Collector, antologica della collezione Jean Borghici (si va dal romanticismo etnografico di Jean-Baptiste Debret a diversi maestri locali, come Tarsyla de Amaral e Lygia Clark); spazio poi a River of images, indagine sul paesaggio urbano di Rio. Letto a partire dalla cartografia del XVIII secolo, fino alle più recenti visioni e intuizioni. Il MAR, per la cui realizzazione sono stati investiti quasi 43milioni di dollari – buona parte spesi dalla stessa municipalità – si propone di essere centro culturale attivo, punto di riferimento per l’intera comunità: nell’auditorium che accompagna la struttura si prevedono, solo nel primo anno di attività, appuntamenti didattici rivolti a non meno di centomila ragazzi. Un Paese giovane, il Brasile. Che pensa giovane.
– Francesco Sala
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