Un astrattista in garage: spunta a Long Island il ricchissimo corpus di Art Pinajian, centinaia di pezzi dimenticati dalla storia dell’arte. Ma appetiti da un mercato che valuta il tutto a cifre milionarie
Proprio quando credi che tutto il mondo sia davvero paese, che la globalizzazione abbia appiattito le cose e la crisi l’abbia indotta a farlo al ribasso, arriva lui. Il Caso. A ricordarti che no: non tutti i posti sono uguali; anzi ce n’è uno, dall’altra parte dell’Oceano, che continua a ribadire con orgoglio chiassoso di […]
Proprio quando credi che tutto il mondo sia davvero paese, che la globalizzazione abbia appiattito le cose e la crisi l’abbia indotta a farlo al ribasso, arriva lui. Il Caso. A ricordarti che no: non tutti i posti sono uguali; anzi ce n’è uno, dall’altra parte dell’Oceano, che continua a ribadire con orgoglio chiassoso di essere la Terra delle Opportunità. Inutile: certe cose capitano solo in America.
Nel 2006 passa a miglior vita la tignosa signora Armen Pinajian, che per anni aveva supportato – chissà, forse sopportato – il fratello Arthur, che si guadagnava da vivere come autore di fumetti ma era nell’intimo pittore astratto, senza fama ne gloria. Costretto a dipingere in un garage che a stento arrivava i tre metri per tre, angusta dependance della casa occupata con Armen a Bellport, Long Island. Il vecchio Art defunge nel 1999: Armen ordina al giovane cugino chiamato a mettere ordine delle cianfrusaglie dell’estroso fratello di gettare via tutto. Centinaia di tele, bozzetti, disegni, stampe ritagli di giornale; documentazione esaustiva dell’attività di una tavolozza di classe, per un certo periodo vicina a Franz Kline, poi risucchiata nel più profondo anonimato. Il facchino improvvisato non ha cuore per eseguire la richiesta, e lascia tutto in garage e soffitta; se ne dimentica persino, quando nel 2007 la casa viene venduta per 300mila dollari. Mobili, tendaggi e opere compresi. L’acquirente si scopre essere amico del critico William Innes Homer: se nella casa che compri trovi centinaia di pezzi e hai un amico che se ne intende… beh, l’expertise è di rigore. Risultato? Mostra immediata in una galleria d’arte su Madison Avenue, 34 opere in esposizione con prezzi che vanno dai quattro ai centomila dollari: già vendute due grosse tele degli Anni Sessanta a cifre che viaggiano tra i 70 e i 90mila dollari; la stampa locale assicura che l’intero lotto può valere fino a 30 milioni. Che Paese l’America!
– Francesco Sala
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