Ecco il video di Massimiliano Gioni che presenta la sua Biennale. “Un’indagine sui modi in cui le immagini sono utilizzate per organizzare la conoscenza”
Conferenza stampa affollata stamattina – 13 marzo – a Roma, nell’inedita sede della Biblioteca Nazionale Centrale. Il curatore Massimiliano Gioni e il presidente Paolo Baratta hanno presentato l’atteso progetto della prossima Biennale d’Arte di Venezia, che si svolgerà quest’anno dal 1 giugno al 24 novembre. La mostra principale, che come sempre si dividerà tra il […]
Conferenza stampa affollata stamattina – 13 marzo – a Roma, nell’inedita sede della Biblioteca Nazionale Centrale. Il curatore Massimiliano Gioni e il presidente Paolo Baratta hanno presentato l’atteso progetto della prossima Biennale d’Arte di Venezia, che si svolgerà quest’anno dal 1 giugno al 24 novembre. La mostra principale, che come sempre si dividerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini (impreziosito dal restaurato La Civiltà nuova di Galileo Chini, finalmente riportato alla luce) e l’Arsenale, si chiamerà, come già annunciato, “Il Palazzo Enciclopedico”, prendendo a prestito il titolo del progetto utopico dell’artista autodidatta italo-americano Marino Auriti, iniziato nel 1955, “un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità, collezionando le più grandi scoperte del genere umano, dalla ruota al satellite”. Una “mostra-ricerca”, così la definisce Baratta in apertura di conferenza, durante la quale sono state annunciate anche le partecipazioni nazionali, che quest’anno salgono a 88, di cui 10 presenti per la prima volta: Angola, Bahamas, Regno del Bahrain, Costa d’Avorio, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Maldives, Paraguay, Tuvalu e la Santa Sede.
La mostra principale, frutto del lavoro di un team di ricerca che Gioni cita e ringrazia all’inizio della sua presentazione, includerà il lavoro di oltre centocinquanta artisti provenienti da trentasette nazioni (14 gli italiani). “Concepita come un museo temporaneo, l’esposizione sviluppa un’indagine sui modi in cui le immagini sono utilizzate per organizzare la conoscenza e per dare forma alla nostra esperienza del mondo. Sfumando le distinzioni tra artisti professionisti e dilettanti, tra outsider e insider, l’esposizione adotta un approccio antropologico allo studio delle immagini, concentrandosi in particolare sulle funzioni dell’immaginazione e sul dominio dell’immaginario. Quale spazio è concesso all’immaginazione, al sogno, alle visioni e alle immagini interiori in un’epoca assediata dalle immagini esteriori? E che senso ha cercare di costruire un’immagine del mondo quando il mondo stesso si è fatto immagine?”.
Una mostra sulle visioni, sulle ossessioni, sui tentativi di rappresentare l’invisibile, di tracciare mappe dell’immaginario, un percorso fatto di opere d’arte ma anche di documenti, oggetti, scritture, testimonianze (“l’opera d’arte va vista anche come ‘sintomo’ di una determinata temperie culturale”, spiega Gioni).
Il percorso, illustrato dal curatore con numerose immagini, prenderà il via, simbolicamente, dal Libro Rosso di Carl Gustav Jung, un testo dalle atmosfere quasi esoteriche – sembra un manoscritto miniato – scritto dallo psichiatra svizzero tra il 1914 e il 1930, ma reso accessibile al pubblico soltanto nel 2001. Altra sorpresa della mostra, la presenza di Cindy Sherman nell’inedito ruolo di curatrice: l’artista americana ha progettato un’esposizione nell’esposizione, un percorso che includerà oltre duecento opere firmate da una trentina di artisti.
Nell’attesa di leggere la lunga intervista che Artribune ha fatto a Massimiliano Gioni, pubblichiamo qui un estratto video della conferenza stampa di questa mattina, durante il quale si può sentire la presentazione del “Palazzo Enciclopedico” dalla viva voce del suo ideatore.
– Valentina Tanni
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