Tutte le Design Week del mondo. Perché Milano non è unica
Da gennaio a dicembre, tutta un'annata di design week. Come è successo per la Biennale di Venezia, format scopiazzato in tutto il globo, il Salone del Mobile e la circostante settimana del design milanese vanta innumerevoli tentativi di reinterpretazione. Eccoli.
All’inizio degli Anni Sessanta, l’Italia e la Germania affrontano una massiccia ricostruzione edilizia, a ridosso del conflitto mondiale, erigendo numerosissime abitazioni. Grandi volumi di edifici vuoti che portarono un’enorme domanda di mobili e oggetti. Così, dopo il successo della fiera tedesca Koelnmesse (edizione del 1960, storica esposizione che riguardò il settore della casa e dell’arredamento), venne creato, anche a Milano, il Cosmit. Nel 1961 si inaugurò, presso la Fiera di Milano, la prima edizione del Salone del Mobile. Dal 1967 la rassegna divenne internazionale, ad anni alterni, mentre dal 1991 lo sarà ogni anno.
Nel 1961 l’affluenza di operatori del settore (tutti italiani) fu notevole, nonostante fosse stata organizzata in fretta e promossa solamente attraverso il passaparola. Parteciparono 328 aziende su un’area espositiva di 11.860 mq e ci furono 12.100 visitatori, di cui 800 provenienti dall’estero. Dopo trent’anni dalla prima edizione, gli espositori che parteciparono all’edizione del 1991 furono 1.959 (258 esteri) in un’area di 144.000 mq, 147mila furono i visitatori di cui 53mila provenienti dall’estero. La notorietà dell’evento dunque stava crescendo, e con esso l’importanza dell’Italia nel mondo in questo settore: in trent’anni il numero di espositori annuale è cresciuto di sei volte, l’area occupata è aumentata di dodici volte e in modo analogo si sono anche i visitatori.
La realtà industriale italiana, grazie ai Saloni, si è fatidicamente modificata, tanto che il dato dell’esportazione di mobili in trent’anni è aumentato di settanta volte, diventando il primo al mondo, più grande di quello di Germania, Spagna e Francia messe insieme. Alla fine dell’edizione del 1994 si tenne una conferenza, proprio a Colonia, dove vennero paragonati i dati delle due manifestazioni, e il Salone italiano venne dichiarato il primo al mondo. Da quell’anno iniziò il declino della Koelnmesse.
Nel 2013, nella 52esima edizione nazionale e nella 35esima internazionale del Salone del Mobile, il numero degli espositori in fiera è di 1.950 (più 700 designer del Salone Satellite), la superficie netta espositiva è di 201.000 mq, il Fuorisalone ha acquisito un’ufficialità stabile, ma nel frattempo, nel resto mondo, il design è diventato un’istituzione e la design week milanese un modello lontano, da re-interpretare, da reinventare, più che da esportare. Nonostante la morsa della congiuntura economica mondiale, infatti, l’agenda di appuntamenti attorno al mondo nei quali linee di oggetti e arredi diventano motore di innovazione, ricerca e profitto è ricchissima, oltre che di eccellente qualità. Per i veri assuefatti alle Design week nel mondo è consigliato consultare la mappa selettiva e impeccabile di www.worldesignguide.com. A partire da gennaio, fino a dicembre, sarà possibile programmare un tour mondiale di 12 mesi all’insegna del design. Uno schedule globale completo, seppur, talvolta, incalzato da sovrapposizioni temporali.
Il mese di gennaio, ad esempio, ha visto avvicendarsi due kermesse (europee) protagoniste del design, rispettivamente in Germania e in Francia. Dal 14 al 20 gennaio, a Colonia, Imm Cologne, la prima fiera del design dell’anno, ha presentato i trend che dovrebbero dominare il mercato dell’arredamento d’interni. Per sette giorni, 1.250 espositori provenienti da più di 50 Paesi e 142mila visitatori da 137 Paesi hanno potuto scoprire le ultime tendenze a Colonia e il nuovo evento LivingInteriors ha risposto alle domande di una nuova enfasi sul concetto olistico di casa e sullo sviluppo del mercato. In Francia, invece, di più ampio respiro la parigina Maison&Objet, aperta al pubblico dal 18 al 22. I suoi nove padiglioni hanno ospitato le linee di arredamento per due sessioni annuali, attraverso quattro sezioni di riferimento: il lusso, il design, la decorazione e gli accessori. Gli espositori sono stati 3.100, 85mila visitatori, di cui il 44% di provenienza internazionale, e 3.500 giornalisti. Un appuntamento davvero imperdibile (che nel 2014 potrà vantare anche un’edizione a Singapore, grazie all’impegno degli organizzatori che hanno programmato l’evento dal 10 al 13 marzo).
A febbraio si sono succedute: la Stockholm Design Week, la Design Indaba Conference (in Sud Africa dal 27 febbraio al 1° marzo) e la Australian International Furniture Fair; mentre a marzo hanno fatto capolino i Design Days di Dubai, DesignMarch2013 (settimana del design islandese), l’India Design Forum e la International Furniture Fair di Singapore.
Il mese di aprile, nell’agenda internazionale dei design event, segnala invece solamente la Milano Design Week, unico appuntamento conclamato, indice di quanto professionisti e aziende ancora attendano e si preparino per l’appuntamento nel Belpaese.
Tralasciando un elenco pedante, si ricordano, per specificità e importanza, fra le altre: a maggio la Design Week NY (senza dimenticare NYC x Design) e The Russian Interior Show; a giugno il London Festival of Architecture, la Sofia Design Week, Design Miami/Basel, il DMY Berlin, la Belgrade Design Week e l’analoga settimana a Barcellona; mentre ad agosto sembra essere presente solo il Brazilian Design Weekend di San Paolo.
Tra settembre e dicembre, invece, il design colonizza capitali nel mondo come, in ordine di apertura: Helsinki, Lisbona, Beijing, Vienna, Taiwan, Tokyo, Amsterdam, Tallin (con la sempre più prestigiosa Tallin Architecture Biennale) e, infine, a dicembre, Miami.
Dietro questa rete di appuntamenti, apparentemente sistematici, si celano macro-associazioni e sovrastrutture internazionali che rendono il design un tema istituzionale ricco di implicazioni. Per comprendere meglio, ad esempio, come venga eletta la Word Design Capital che annualmente coinvolge diverse città nel mondo (Torino fu insignita di questo titolo nel 2008, mentre nel 2014 è già stata designata Cape Town), bisogna necessariamente conoscere l’ICSID – International Council of Societies of Industrial Design. Un’associazione non profit che dal 1957 protegge e promuove gli interessi dei professionisti operanti nell’industrial design, facendosi portavoce di 50 nazioni che, attraverso appositi membri rappresentanti, hanno creato una community, una sorta di piattaforma internazionale di discussione sul tema.
Per essere comunque certi che l’evento di design al quale si sta per presenziare sia di un certo rilievo, è consigliato consultare anche un altro organismo: il BEDA – Bureau of European Design Associations, che esiste per assicurare liaison permanenti tra i suoi membri e le autorità dell’Unione Europea, per comunicare e promuovere il valore e l’innovazione del design nei confronti dei mercati europei. Proseguendo dunque l’incessante catena di scatole cinesi che solo il design può plasmare a propria immagine e somiglianza.
Ginevra Bria
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