Peter Greenaway a Roma, grazie al Gioco del Lotto. Un maestro del cinema, in conversazione con Massimo Finazzer Flory: quale rapporto tra tecnologia digitale e pittura? Viaggio nella visione, a Palazzo Barberini

Un genio del cinema contemporaneo. Un nome che evoca scenari emozionanti, film straordinari – accompagnati spesso da colonne sonore altrettanto indimenticabili – che hanno segnato l’immaginario di generazioni, tra gli anni Ottanta e gli anni Zero. Qualche titolo random? Il ventre dell’architetto, L’ultima tempesta, I racconti del cuscino, Il cuoco, il ladro, sua moglie e […]

Un genio del cinema contemporaneo. Un nome che evoca scenari emozionanti, film straordinari – accompagnati spesso da colonne sonore altrettanto indimenticabili – che hanno segnato l’immaginario di generazioni, tra gli anni Ottanta e gli anni Zero. Qualche titolo random? Il ventre dell’architetto, L’ultima tempesta, I racconti del cuscino, Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante… E poi quella meravigliosa trilogia, Le valigie di Tulse Luper, che sfondava lo schermo contaminandosi col teatro e con l’arte, per tramutare la storia numerologica e feticista del viaggiatore/archivsta Luper in un’incantata installazione. Peter Greenaway è un artista della celluloide, uno che del cinema ha fatto letteratura, intessendo storie visionarie, poetiche, concettuali e insieme sature di sensualità, sempre rivolte all’universo dell’icona, all’aura immortale dei capolavori, alla pittura, all’architettura, alla scultura, alla musica. Uno, Greenaway, che ascoltarlo – mentre racconta e si racconta – non è cosa da tutti i giorni.
Ci pensa allora Massimiliano Finazzer Flory, nell’ambito della settima edizione della rassegna Il Gioco serio dell’Arte – promossa da Il Gioco del Lotto-Lottomatica – a introdurlo al pubblico lunedì 8 aprile, negli spazi della Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Barberini, a Roma. Un dialogo a due sul tema del rapporto tra immagine digitale e immagine pittorica; una conversazione che prova ad affrontare, da una particolare angolazione, una delle sfide dell’arte contemporanea: tenere forte, presente e vivo il legame con la storia. Essere il presente, ma senza falcidiare le radici; trasformarsi preservando un’identità; puntare all’orizzonte, sperimentare, non lasciando svaporare la memoria del proprio tessuto storico-geografico d’appartenenza. Roma? Città ideale, probabilmente, per discutere di tutto questo.

Peter Greenaway, Le nozze di Cana, installazione alla Fondazione Cini, Venezia

Peter Greenaway, Le nozze di Cana, installazione alla Fondazione Cini, Venezia

Ed efficace è, in tal senso, l’analisi dell’avventura creativa di Greenaway, artista che ha sempre intrecciato, con la naturalezza propria di certi alchimisti della visione, tecnologia e tradizione, mass media e senso della meraviglia, effetti speciali e storia dell’arte. Tre esempi: Le Nozze di Cana di Paolo Veronese, La Ronda di Notte di Rembrandt e L’Ultima Cena di Leonardo sono tre opere pittoriche che Greenaway ha tramutato in incredibili macchine sceniche, creature vive capaci di rompere la barriera tra mondo reale e immagine bidimensionale, facendosi verità sensibile, scrittura simbolica, multimediale e tridimensionale, condensatasi negli spazi originari: rispettivamente la Fondazione Cini (2009), il Rijksmuseum di Amsterdam (2006) e Palazzo Reale a Mila­no (2008).
Un appuntamento da non bucare, dunque, quello di lunedì, che conferma l’impegno del Gioco del Lotto nella promozione della cultura. Stimolare il dibattitoe insieme tutelare i beni storico-artistici nazionali: due forme di sostegno che si incontrano anche in questo caso, grazie a un evento ospitato in uno dei complessi monumentali restaurati proprio con i fondi del Lotto. Modalità diversificate e integrate, con cui favorire la conoscenza delle grandi architetture italiane: difendendole, investendo nella conservazione e trasformandole in teatri di iniziative culturali. E per chi a Roma non ci sarà, l’incontro con Greenaway verrà cinguettato in diretta grazie al livetwitting sul profilo di @lottoeventi.

– Helga Marsala

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

Scopri di più