Milano Updates: voci da Miart. Tutto quello che i galleristi non dicono. O meglio che dicono esclusivamente in maniera anonima. Ecco un po’ di spunti dagli stand

Abbiamo raccolto un po’ di spunti da alcuni galleristi a Miart. Indicazioni, punti di vista, chiavi di lettura della fiera e delle fiere in generale. Li abbiamo considerati come contributi e li abbiamo messi in fila qui, come compendio al dibattito, in maniera anonima perché, alcuni, sono stati detti in via confidenziale. Abbiamo omesso quelli […]

Abbiamo raccolto un po’ di spunti da alcuni galleristi a Miart. Indicazioni, punti di vista, chiavi di lettura della fiera e delle fiere in generale. Li abbiamo considerati come contributi e li abbiamo messi in fila qui, come compendio al dibattito, in maniera anonima perché, alcuni, sono stati detti in via confidenziale. Abbiamo omesso quelli banalmente positivi per una fiera che ha oggettivamente riscontrato moti favori (non troverete commenti tipo: “la fiera è molto migliorata“, che più o meno tutti hanno detto o pensato).

“Una fiera deve essere una fiera, non il fiore all’occhiello del suo curatore”
 
“I collezionisti stranieri sono spaventatissimi dalla nostra iva al 21%”
 
“Tutti dicono che hanno venduto ma fanno finta, lo dicono per non sembrare sfigati”
 
“Avete fatto caso che non sono venuti i torinesi? Che provincialismo…”
 
“In una fiera così piccola non ha senso avere una sezione di moderno”
 
“Qui hanno fatto ponti d’oro alle gallerie di fuori: già gli italiani le considerano più cool, poi manco gli fanno pagare lo stand come noi… bella concorrenza sleale!”
 
“Ormai non ha senso più dire se una fiera è andata bene o è andata male. Contano i risultati a lungo e lunghissimo termine. Io qualche giorno fa ho concluso un affare iniziato durante il Miart scorso”
 
“Ho venduto a un francese e a un inglese”
 
“Ho venduto a uno svizzero e ad una coreana mai vista. Speriamo che si riveda pure in futuro”
 
“O gli organizzatori delle fiere si decidono a fare una sola rassegna in Italia come accade negli altri paesi oppure così non è più fattibile”
 
“Non ho venduto, ma sono contento uguale perché questa fiera era morta ed è resuscitata”
 
“Noi spendiamo 60mila euro ogni anno per fare fiere solo in Italia. Ti pare possibile?”
 
“Oh ma come faceva Vincenzo De Bellis (il direttore di MiArt ndr) ad avere tutte queste belle conoscenze internazionali? Aveva fatto qualche grande mostra…?”
 
“I collezionisti non si fidano. Questa edizione è buona ma ne devi fare tre così e allora, forse, nel 2015, per l’Expo, si inizierà a lavorare seriamente”
 
“Abbiamo coperto le spese e guadagnato un pochino” (sentito da molti galleristi)
 
“De Bellis mi ha fatto 15 telefonate per convincermi a venire. E’ stata premiata la sua caparbietà”
 
“Mai vista tanta gente a MiArt: c’è stata gente tutto il giorno tutti i giorni”

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