Ferragamo il calzolaio. Una grande mostra a Firenze
Inaugura giovedì 18 aprile la grande mostra del Museo Ferragamo di Firenze. Tre curatori per indagare la figura del calzolaio da innumerevoli punti di vista. Partendo dalla fiaba per arrivare all’arte contemporanea, passando per cinema e musica, poesia e scenografia. Abbiamo incontrato Stefania Ricci, direttrice del museo, per strapparle qualche notizia in anteprima.
Le fiabe delle Mille e una notte e quelle di Hans Christian Andersen, Hermes messaggero alato e le guide per l’aldilà, il misticismo di Jakob Böhme e l’elemento fallico, la Bibbia e l’alchimia. In maniera sorprendente indagando sulla figura del ciabattino, secondo le significanze reali e simboliche che la storia ne ha sviluppato, si apre un mondo da cui attingere senza fine apparente: così è valso in fase di ricerca per il nuovo progetto del Museo Ferragamo, Il calzolaio prodigioso. Fiabe e leggende di scarpe e calzolai.
Se ne stupisce tuttora la direttrice, Stefania Ricci: “L’idea di partenza prevedeva di concentrarsi sulla fiaba, in considerazione del ritrovato interesse nell’attualità per tale forma narrativa. Ecco che poi si è spalancato un mondo imprevisto; non c’è cultura che non abbia caricato di motivi questo particolare artigiano. Del resto la possibilità di camminare calzando la pelle, è quanto ha segnato il passaggio dalla fase animale a quella umana”.
Segnata da una curatela a tre – appunto di Stefania Ricci, Sergio Risaliti e Luca Scarlini, impegnati diversamente sulla base dei propri ambiti di competenza – l’esposizione porta a conseguenze ulteriori, più estese, l’approccio eterogeneo che aveva caratterizzato la precedente iniziativa su Marilyn Monroe. Ognuno con un intervento originale, vi saranno rappresentanti di discipline diverse, per raccontare in modo suggestivo la vicenda di Salvatore Ferragamo: tra gli altri, esperti di narrativa per ragazzi come Antonio Faeti e Michele Rak, gli scrittori Hamid Ziarati e Michel Mari e la poetessa Elisa Biagini, il compositore Luis Bacalov, il regista Francesco Fei e lo scenografo Rick Heinrichs, più una serie di interventi storicizzati come il manoscritto di Federico Garcia Lorca La zapatera prodigiosa e le sculture di Mercurio del Giambologna. Un metodo che sembra cercare attinenze, in declinazione contemporanea, con quella che fu la visione “globale” del Rinascimento: “Un taglio originale e giusto per un museo come il nostro, che altrimenti diverrebbe autoreferenziale. Le celebrazioni non hanno più senso, bisogna puntare al coinvolgimento, alla valorizzazione e alla formazione”.
Per le arti visive, anche se in tale contesto la definizione e i suoi confini si fanno evanescenti, sono stati coinvolti Mimmo Paladino, Daniel Spoerri, Liliana Moro, Ann Craven, Annette Lemieux, Carol Rama, Liu Jianhua, Timothy Greenfield-Sanders, Jan Švankmajer. “Spesso risulta problematico chiedere a un artista di sviluppare un tema, perché la proposta potrebbe sembrare un vincolo all’espressione della propria individualità”, racconta la direttrice. “Invece tutti hanno risposto con grande entusiasmo, anche perché, al di là dell’indicazione iniziale, abbiamo deciso di lasciare assoluta libertà d’invenzione. Caso particolare ma ugualmente condiviso è il fumetto di Frank Espinosa, di necessità legato alla biografia del protagonista”. Una vera e propria committenza. Ma che cosa sarà in seguito delle opere? “Alcune sono già state acquisite nella collezione museale, per le altre faremo una valutazione nel periodo successivo”.
La frenesia dei preparativi e la circolazione “controllata” delle immagini per il web fino al giorno dell’inaugurazione lasciano intendere un allestimento particolarmente complesso: “Difficile e affascinante già dalla prima stanza, dedicata a Salvatore, che ha il compito di immergere il pubblico nell’atmosfera trasognata di tutta l’esposizione”.
Insieme agli aspetti più spettacolari resta la volontà di affrontare in modo sostanziale alcune questioni precise: “Nel nostro piccolo, come azienda che crede realmente nella cultura, mostriamo una possibile valorizzazione degli elementi tradizionali al presente, attraverso un interesse diffuso: durante tutto l’anno infatti avremo iniziative a latere, di diverso tipo. Inoltre siamo decisi a non uniformarci alla logica dei ‘soliti noti’: è vero che abbiamo nomi celebri, ma accanto ad essi troverete autori che riteniamo non essere stati adeguatamente apprezzati oppure ancora in fase emergente. Spero che ciò venga compreso: sarà la partecipazione del pubblico a dimostrare la riuscita del progetto”.
Il concept, le linee di sviluppo e la varietà dei contributi già in questa fase di anticipazione accendono una forte curiosità, anche perché la materia, privata nel corso dei secoli della sua funzione mitica e ristretta a una dimensione soprattutto folcloristica e infantile, tutt’oggi non viene considerata nella sua effettiva potenza; a tal proposito conviene ricordare un passaggio di Italo Calvino, estratto dalle Fiabe italiane raccolte per Einaudi e in parte già presente in catalogo: “Io credo questo: le fiabe sono vere. Sono, prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita […] e soprattutto la sostanza unitaria del tutto, uomini bestie piante cose, l’infinita possibilità di metamorfosi di ciò che esiste”.
Matteo Innocenti
Firenze // fino al 31 marzo 2014
Il calzolaio prodigioso. Fiabe e leggende di scarpe e calzolai
a cura di Stefania Ricci, Sergio Risaliti e Luca Scarlini
MUSEO SALVATORE FERRAGAMO
Piazza Santa Trinità 5
055 3562455
[email protected]
www.museoferragamo.it
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