Marco Papa, Coniugi Project. La performance e il suo doppio: corpi tra arte, moda e design
Una suggestiva documentazione della performance di Marco Papa, realizzata con Max Botticelli a Milano, per il Fuorisalone 2013. Moda e design incontrano disegno, scultura, performance, fotografia. La forma della bellezza e il suo dolce trasmutare
E’ stato uno degli eventi di punta di questa edizione del Fuorisalone. Intrigante convergenza tra linguaggi e ambiti creativi diversi: arti visive, design, moda, performance, installazione, fotografia… Marco Papa, ospite della quarta edizione di Ventura Lambrate, ha proposto il suo Coniugi Project, progetto realizzato in collaborazione con il fotografo Max Botticelli. Scenografia affidata alle cure dell’azienda marchigiana Asset & Retail Management, per un’atmosfera onirica, sospesa tra erotismo, seduzione fashion ed energia del teatro, tanto fisica quanto mentale. Giocando con i confini tra maschile e femminile, la performance esplora il più appassionante dualismo della condizione umana, tramutato in metafora dell’esistenza stessa; che è, per forza di cose, doppia, incerta, mobile, plurale, ambigua, scandita da contrasti e disarmonie, accordi e risonanze. E la doppiezza è quella tra forma e contenuto, contemplazione e azione, idea e corpo, equilibrio e caduta, stasi e attraversamento, superficie e fondo, verità e inganno, fatica dello spostamento e naturalezza dell’incontro.
In scena due modelle, bellissime, eteree, a muoversi intorno ad alcune sculture design in fibra di carbonio, realizzate in edizione limitata da Marco Papa. Sono strane sedute dalla silhouette organica, pensate per accompagnare il corpo nella sua postura naturale, avvolgendolo, quasi seguendone le curve con una torsione dolce: era il 1996 quando l’artista iniziava a produrre dei disegni in grafite su pagine strappate da libri e riviste di moda, design e arte, oggi divenute forme tridimensionali. Tutto il senso e il tepore del movimento, nella bellezza di un oggetto freddo, statico, eppure vivo.
La sequenza di fotografie in bianco e nero di Botticelli, dal titolo In un moto perpetuo, si concentra su alcuni particolari del corpo, facendone materia sensibile che interpreta, qui e ora, uno spazio/tempo impalpabile. Il corpo dunque come paesaggio, come vertigine della natura.
Disegnati invece dallo stilista Bruno Simeone gli abiti, che sottolineano le movenze fluide delle due performer, Elena Fontana Paganini ed Helena Mannella, allieve del I° Corso di Teatrodanza della Scuola Paolo Grassi di Milano, coordinato da Marinella Guatterini. Il commento sonoro, infine, porta la firma dell’artista Gino Lucente.
– Helga Marsala
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