L’urlo del Fringe per i Murazzi di Torino
La sezione off del Torino Jazz Festival si amplia nel programma e si schiera in difesa del lungofiume, noto per la sua movida notturna. Ora i locali sono tutti chiusi. Ma, dal 26 al 30 aprile, la sponda destra del Po tornerà a vivere grazie ai concerti dal vivo. In una contaminazione di generi: dallo swing al rock all’elettronica.
Se l’anno scorso il Fringe era solo il prolungamento notturno del Torino Jazz Festival, in città dal 26 aprile al 1° maggio, quest’anno si integra in tutto e per tutto con il programma ufficiale, ampliandosi di molto. La diversità consiste nella sua prossimità che, rispetto al main stage in piazza Castello e piazzale Valdo Fusi, è resa possibile dall’esibizione degli artisti nei locali, circoli e pedane sul fiume Po. O almeno, di quello che ne rimane, nel deserto attuale dei Murazzi, coinvolti nell’inchiesta sui locali morosi, che li vede tuttora chiusi per essere sottoposti a indagine.
“Il fiume è l’elemento naturale del ‘Fringe’, ma la difficile situazione ambientale in cui versano i Murazzi ci stava privando gradualmente della nostra sponda naturale, del nostro bordo, del nostro confine”, spiega il curatore della rassegna, il contrabbassista Furio Di Castri. “Quest’anno gli assoli in mezzo al fiume acquisteranno un valore simbolico ancora maggiore, perché saranno uniti all’occupazione della sponda destra dei Murazzi con buona musica e buona cucina. Sarà un vero e proprio richiamo per il futuro e la riqualificazione di una delle aree più belle e affascinanti della città: un grande e corale ‘Urlo dei Murazzi’”.
Un assolo musicale che partirà alle 23 da una zattera sul fiume, per dare simbolicamente il via alle proposte notturne che si svilupperanno nei seguenti locali: Magazzino sul Po (noto come Giancarlo2, unica concessione al lato sinistro del lungofiume), Blah Blah, Caffè del Progresso, La Drogheria, Lab, dislocati tra via Po, corso San Maurizio e piazza Vittorio. Questo per quanto riguarda la Notte Fringe, mentre la Sera Fringe inizierà già a partire dalle 19.30 per offrire musica e proposte enogastronomiche presso la Società Canottieri Esperia e sul palco temporaneo allestito sulla sponda destra del Po.
Ispirato alla migliore tradizione off dei grandi festival delle arti, il Fringe accoglierà 150 musicisti tra solisti, ensemble, progetti originali, orchestre e dj per un totale di 60 concerti per 10 location, dove lo swing, il mainstream e l’avanguardia si mescoleranno con il rock, l’elettronica e la musica del mondo. Qualche nome? Tineke Postma, giovane sassofonista olandese trapiantata a New York; Prabhu Edouard, Nguyên Lê e Mieko Miyazaki, musicisti internazionali che si esibiranno nell’ambito del Saiuki Project/Viaggio in Occidente, un progetto di contaminazione musicale, dove influenze tradizionali indiane, giapponesi e vietnamite s’incontrano con il rock e l’improvvisazione libera, un po’ come fanno gli Area; Marco Tamburini, uno dei trombettisti più importanti della scena italiana, che ha collaborato anche con Pavarotti e Jovanotti.
Oltre al programma rivolto al pubblico, novità dell’edizione 2013 è il Fringe in the Box, un nuovo punto di incontro tra jazz e musica elettronica, ideato dai dj e produttori torinesi Ugo Basile e Francesco Pistoi: in un appartamento di piazza Vittorio Veneto verrà allestito uno studio di registrazione e i musicisti del festival saranno invitati a “regalare” cinque minuti della propria musica improvvisata. I loro suoni saranno campionati e le registrazioni, come fotografie musicali, verranno messe a disposizione, in tempo reale grazie a una piattaforma web, di un pool di produttori internazionali di elettronica che ne faranno un remix estemporaneo, per poi pubblicarle in un’etichetta ad hoc.
Le contaminazioni non finiscono qui, perché ci sarà anche un polo dedicato alle arti visive, con due mostre già in corso fino al 1° maggio, ospitate presso il Museo Regionale di Scienze Naturali: mentre Ars Captiva Groove rappresenta il lato giovane e irriverente dell’arte applicata al jazz, attraverso performance, video, installazioni, sonorizzazioni d’ambiente realizzati dagli studenti degli istituiti artistici torinesi, gli scatti del fotografo della Magnum Guy Le Querrec testimoniano i pensieri, gli stati d’animo dei più grandi musicisti del secolo passato, da Thelonious Monk a Miles Davies, Nina Simone, Herbie Hancock, spesso colti durante le attese, le prove, i trasferimenti.
Coinvolti anche il Museo Nazionale del Cinema con un ciclo di film sul jazz e il Circolo dei Lettori, dove il Torino Jazz Festival, che dedica l’edizione 2013 alla Francia, ha portato in Italia la versione multimediale della mostra Django, Swing de Paris, organizzata dalla Cité de la Musique di Parigi sulla vita e l’arte del chitarrista gitano Django Reinhardt.
Claudia Giraud
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