La Transiberiana di Nedko Solakov (e la sua rana)
Alla Continua di San Gimignano, una nuova personale del grande artista bulgaro. Con disegni che vivono anche e soprattutto nei loro titoli e 14 video per raccontare un viaggio infinito sulle rotaie. Mentre all’Arco de’ Becci c’è una giovane ucraina.
Semplici e impalpabili le scenette oniriche della serie di Paintings with no texts che dà il titolo alla mostra di Nedko Solakov (Cherven Briag, 1957) alla Galleria Continua. Espulsi dalla tela, i testi danno luogo a titoli spesso lunghi e ciarlieri, come Paintings with no texts # 4 (Mainly sex in my bold, 55 year old head, on top of a 115 kilos body with a modest dick). Parte del percorso si snoda coloratissimo attraverso questi deliziosi quadri fino alla platea.
Occorre poi una buona mezz’ora, ma – volendo seguire uno a uno i 14 video fiancheggiati da teche come reliquiari – si potrebbe sostare più a lungo e rivivere per davvero con l’artista bulgaro e la sua rana Joji un viaggio da Sofia a Shanghai che è fuori tempo e completamente superato, per raggiungere la Cina via treno. Ebbene, questo è il racconto dei 14 giorni di traversata di territori incredibili e affascinanti, quelli della mitica transiberiana. Ecco sfilare dal finestrino paesi che rimandano la memoria alle più lontane fiabe e agli eroi del passato remoto fino a Gengis Khan, ma ci sono miseria, bottigliette d’acqua della regione mongola, e tante, tantissime mappe geografiche, e Bulgaria, Moldavia, Ucraina, Russia, Mongolia e Cina, luoghi desertici, con enormi foreste e montagne rocciose, e metropoli come Mosca e Pechino con milioni di abitanti e monumenti bellissimi. C’è persino un monumento alla prostituta, la donna-rana, che desta la reazione stizzita della compagna di avventure di Nedko, la rana-giocattolo di plastica che poi è solo un ranocchio, rana moralista, per giunta made in China.
Con l’ironia traspare un’umanità profonda e toccante. Ancora un testo spiega la scelta del treno, ormai un’abitudine per l’artista, per l’ansia di viaggiare in volo imbottito di pillole per dormire. Perciò, in treno: ne esce un monumentale documentario sui generis che è un omaggio alla lentezza, ove si ode per lo più il cigolio delle rotaie, il fischio del treno e altri rumori obsoleti, per un’epoca che non sperimenta nulla, ma arriva facilmente dovunque e resta inevitabilmente in superficie.
E di superfici tratta l’intervento della ucraina Zhanna Kadyrova (Brovary, 1981) all’Arco de’ Becci: sono brandelli di manto stradale quelli appesi in virtù di una bidimensionalità solo allusa, perché da vicino i quadroni d’asfalto asportato si aprono in grumi e a una vita in profondità rammentando il cretto di Burri e certo materismo di Fontana. Il lavoro documenta l’opera di ammodernamento della città di Kiev in occasione dei campionati europei di calcio.
Francesca Alix Nicoli
San Gimignano // fino al 4 maggio 2013
Nedko Solakov – Paintings with No Texts and I Want Back Home (said the big frog)
Zhanna Kadyrova – Data Extraction
GALLERIA CONTINUA
Via del Castello 11
0577 943134
[email protected]
www.galleriacontinua.com
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