Firenze contemporanea? Ancora ci si crede
Al di là delle “marchette” e di Rabarama, delle polemiche sull’arte pubblica e del teschio di Damien Hirst. Anzi, anche per questo, Firenze pensa ancora che la sua identità sia spendibile pure in ambito contemporaneo. L’occasione per ribadirlo è una “maratona”, domani 11 giugno.
“Dodici ore no stop tra conferenze, spettacoli, eventi, una vera e propria ‘maratona’ del contemporaneo con epicentro a Palazzo Vecchio ed eventi in tutta la città per celebrare e riscoprire l’identità e l’anima contemporanea di Firenze”. Basta riandare indietro solo di pochi giorni, alle polemiche legate all’“invasione” di Rabarama e soprattutto alla genesi del progetto – si è mai visto un assessore alla cultura (Giuliano da Empoli) definire “marchetta” un progetto da lui stesso avallato? – per capire quanto ne abbisogni, “l’identità e l’anima contemporanea di Firenze”, di essere riscoperta.
E che ti si viene a proporre, in questo clima, per aiutarti a dimenticare l’episodio? Una “maratona del contemporaneo”, appunto. Che sulle prime fa cascare le braccia: in Italia, negli ultimi anni, è tutto un fiorire di maratone e notti bianche, rosa o variamente tinteggiate, che ben di rado – diciamocelo – nascondono progetti di qualità anche solo accettabile.
E invece stavolta il programma pare non lesinarne, di qualità; e a garanzia ci sono alcuni degli attori più seri e brillanti del panorama fiorentino sul contemporaneo, da Lo Schermo dell’Arte al centro Ex3, che affiancano il Comune nel progetto For the love of contemporary. Che innanzitutto ha compreso l’importanza di proporre un nome forte per qualificare l’evento fungendone da catalizzatore, individuandolo in quello di Anish Kapoor, artista particolarmente sugli scudi con i grandi progetti in corso a Parigi, Milano e Biennale di Venezia.
In occasione della maratona, Lo Schermo dell’Arte Film Festival presenta infatti l’anteprima nazionale del film The world according to Kapoor di Heinz Peter Schwerfel, un’intervista ricca di spunti e riflessioni nella quale l’anglo-indiano racconta la sua ricerca di forme nuove, il suo pensiero sulla scultura e sul rapporto con gli spazi in cui si trova a interagire.
Altro nome di spicco del programma – e non poteva essere altrimenti – è quello di Damien Hirst, il cui famoso teschio tempestato di diamanti (For the Love of God, al quale si ispira anche il titolo di tutta la maratona) è esposto ancora per pochi giorni a Palazzo Vecchio. E proprio la sede del Comune sarà il teatro di un altro evento clou del programma: il dialogo tra Francesco Bonami, curatore della mostra, e Hans-Ulrich Obrist, che si confronteranno sull’opera e sulle tematiche affrontate da Hirst, la vita, la morte, la vanitas e il valore immortale dell’arte.
Sempre a Palazzo Vecchio, da non mancare – per lo spessore dei relatori – l’incontro sul tema Città fatte ad arte: nuovi visioni per lo spazio urbano, dedicato al tema dell’arte pubblica, del quale proprio in occasione della vicenda Rabarama tanto si è parlato, anche su Artribune. Parteciperanno l’assessore da Empoli, Beatrice Trussardi – presidente della Fondazione Nicola Trussardi -, il co-fondatore di Galleria Continua Mario Cristiani, il direttore artistico del Museo Marino Marini Alberto Salvadori, la curatrice di Ex3 Arabella Natalini.
Massimo Mattioli
Il programma completo della maratona
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