Ghitta Carell: la perfezione in un volto

In mostra a Roma centocinquanta scatti firmati da Ghitta Carell, la fotografa più famosa degli Anni Trenta e Quaranta, soprattutto tra i membri dell’aristocrazia. Ed ecco sfilare principi, re, celebrità. Alla ricerca della bellezza perfetta. Al Pastificio Cerere fino al 17 maggio.

Non si fermava alla superficie dei volti dei soggetti che fotografava, ma cercava di stanare, con un solo clic, la loro personalità. Di più: l’anima. Attenta alla luce, come tutti i fotografi, ma ancora di più alle pose e alla naturalezza dei soggetti, Ghitta Carell (Szatmár, 1899 – Haifa, 1972) era sempre alla ricerca della bellezza. Per questo, già allora, non disdegnava l’arte del ritocco per togliere ombre, durezze, vuoti. E per restituire evanescenza e fascino anche agli sguardi meno interessanti. Siamo in Italia a cavallo degli anni Trenta e Quaranta, e a restituirci il sapore di quelle atmosfere, e di un’intera epoca, sono i ritratti del potere e dell’aristocrazia firmati dalla più ricercata ritrattista del tempo. La Carell, ungherese di nascita e italianizzata nel 1959, viene oggi raccontata con 150 scatti in bianco e nero che compongono l’ampia retrospettiva organizzata dalla Fondazione Pastificio Cerere di Roma, a cura di Diego Mormorio.
Attraversando i diversi spazi che ospitano la mostra, aperti in contemporanea su uno stesso progetto per la prima volta dal 1984 (ovvero dalla celebre Ateliers di Achille Bonito Oliva) si compie un viaggio nel tempo, nel potere e nel costume di trent’anni di storia italiana. E, insieme, si affronta il tema del ritratto come genere della rappresentazione visiva e punto nodale dell’arte moderna.

Ghitta Carell e il potere del ritratto - veduta della mostra presso il Pastificio Cerere, Roma 2013

Ghitta Carell e il potere del ritratto – veduta della mostra presso il Pastificio Cerere, Roma 2013

Nello spazio espositivo della Fondazione, al piano terra di via degli Ausoni 7, ecco quindici fotografie originali, vintage, che ritraggono dame e matrimoni dell’alta aristocrazia italiana, in pose eccessivamente signorili. Ci sono, tra gli altri, la Duchessa di Rignano Colonna e la Marchesa Franca Pallavicino. E poi i Gonzaga, i Cicogna, i Borghese. Al primo piano, si apre lo spazio Cerere e appaiono Mussolini, Galeazzo ed Edda Ciano, ma anche i Feltrinelli in uno scatto degli anni Quaranta, Alcide de Gasperi, Giovanni Gronchi, il disegnatore Walt Disney, Cesare Pavese, Palma Bucarelli, Arturo Benedetti Michelangeli, Alda Marinetti, Adele Cambria. Salendo ancora, con il montacarichi, fino alla galleria di Pino Casagrande, ecco esposti gli scatti di Papa Pacelli, dei cardinali, della famiglia Savoia. Essere ritratti da Ghitta Carell era diventata per la borghesia italiana una prova di affermazione sociale. Forse perché sotto il suo abile ritocco, che avveniva a freddo, sul retro della lastra, ogni volto cercava la propria perfezione, ogni sguardo aspirava alla bontà e ogni soggetto diventava più bello.
La mostra, voluta e sostenuta da Elsa Peretti, Presidente delle omonime Fondazioni, è stata organizzata con la collaborazione della Fondazione 3M, proprietaria degli archivi fotografici della Carell.

Geraldine Schwarz

Roma // fino al 17 maggio 2013
Ghitta Carell e il potere del ritratto
a cura di Diego Mormorio
FONDAZIONE PASTIFICIO CERERE
Via degli Ausoni 7
06 45422960
[email protected]
www.pastificiocerere.it

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