Lapo Simeoni, Destroy to the End. Il rito della distruzione, tra estetica e mercato
La documentazione video di una performance di Lapo Simeoni, in cui il tradizionale rito della vendita di un'opera d'arte si trasformava in inedito appuntamento con la distruzione dell'opera stessa. Dal martelletto alla sega elettrica, consegnando la pittura al suo destino
Riprese e montaggio: Gaia Magnani
Musica: Youarehere
Lo scorso 23 marzo, presso lo spazio Art.Lab di Grosseto, Lapo Simeoni officiava il suo rito della distruzione. Un mix tra un’asta e un potlach, tra una comune sessione di vendita, un gioco collettivo e un inedita operazione iconoclasta. Al centro una parete allestita con decine di opere d’arte, tutte firmate e accumulate nel tempo da Simeoni: opere invendute, opere sbagliate, opere mai esposte, opere rimaste nell’ombra. Opere finalmente condotte alla luce e a cui assegnare un destino.
Destroy to the End incrociava la dimensione economica con quella estetica, trasformando la scelta del collezionista in una possibilità d’esistenza o di cancellazione: l’opera battuta con una base d’asta di 50 euro, che nessuno si aggiudicava, veniva automaticamente condannata a morte. Alla platea il compito di scegliere il mezzo di distruzione, affidandosi alla sorte: l’apposita ruota della (s)fortuna prevedeva l’oltraggio fisico, la cancellazione pittorica, una serie di martellate, il rogo, l’opzione jolly con regalo dell’opera al giocatore, lo sfregio con coltelli, sega elettrica o utensili affilati. Un video documenta la performance, raccontandone i passaggi principali…
– Helga Marsala
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