New York Updates: un nuovo pop up space per Sarah Corona. A Soho sbuca uno spazio super temporaneo, in occasione di Frieze. Due giorni soli, per una mostra “out of blink”
Ci ha preso gusto, Sarah Corona: a New York da diversi mesi, per seguire un progetto di ricerca sui nuovi media, la curatrice ed esperta di art management investe su un’idea forte e originale, puntando tutto su qualità, velocità, visibilità e spirito indipendente. La formula è quella del pop up spaces: il progetto, battezzato Sarah […]
Ci ha preso gusto, Sarah Corona: a New York da diversi mesi, per seguire un progetto di ricerca sui nuovi media, la curatrice ed esperta di art management investe su un’idea forte e originale, puntando tutto su qualità, velocità, visibilità e spirito indipendente. La formula è quella del pop up spaces: il progetto, battezzato Sarah Crown, realizza spazi provvisori, finestre digitali che sbucano in occasione di grandi kermesse e restano per il tempo breve e intenso di una full immersion creativa. Già lo scorso anno, durante l’Armory Show, Sarah aveva inaugurato uno spazio nel cuore del Lower East Village, tra Ludlow e Broome street: in affitto per una settimana, due giorni per montare e cinque di esposizione, il tutto gestito insieme agli artisti, dal concept, all’allestimento, all’eventuale vendita dei pezzi.
Oggi, in occasione di Frieze, ecco una nuova pop up gallery, fulminea anche questa, tutta incentrata sulla tecnologia. Pittura, fotografia, video e performance, ma sempre a partire da input che arrivano dal mondo immateriale dei new media. Siamo a Soho, mitologico quartiere dell’arte esploso negli Eighties, per l’esattezza su Wooster Street. Qui Sarah ha messo gli occhi su un tipico loft newyorchese, ambiente unico, luminoso, sfruttato come studio d’artista ma spesso sfitto: visto, scelto e subito preso.
Per soli due giorni l’atelier diventa galleria temporanea, accogliendo la mostra Out of Blink. Titolo d’effetto, che catapulta in mezzo a una dimensione di ricerca: un evento “fuori dagli schemi”, per via dei tempi e della location, ma anche per la maniera insolita con cui gli artisti hanno approcciato linguaggi, materiali, concetti, proponendo una visione non convenzionale dei codici dell’arte ma anche di quelli del sistema sociale. Una piattaforma espositiva in cui trova posto parte del progetto di ricerca condotto fin qui da Corona: opere e input incrociati lungo il suo percorso di interviste, studio visit, indagini. Gli artisti? Harif Guzman, Paco Marcial, Nadja Verena Marcin, Jason Rhoades, Jessica Segall. Tutti impegnati a elaborare i concetti di ordine e disordine.
Si inaugura sabato 11 maggio alle 12 e si resta aperti per tutta domenica. Un flash, che restituisce valore al rito dell’opening e che alla durata – in cui tradizionalmente si diluisce l’energia della mostra – sostituisce l’unicità dell’evento.
– Helga Marsala
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