Le fiere satellite? L’Italia continua a dire no, ma ovunque proliferano. Ora NADA fa rotta verso Art Cologne
C’è poco da fare, dobbiamo per forza distinguerci, noi italiani. Le nostre fiere d’arte – è questo l’esempio di cui parliamo ora – resteranno le uniche al mondo (forse con l’eccezione di Torino, dove quest’anni ci proverà The Others), non solo a non incoraggiare la crescita di rassegne collaterali, ma addirittura a contrastarle. In base a quali […]
C’è poco da fare, dobbiamo per forza distinguerci, noi italiani. Le nostre fiere d’arte – è questo l’esempio di cui parliamo ora – resteranno le uniche al mondo (forse con l’eccezione di Torino, dove quest’anni ci proverà The Others), non solo a non incoraggiare la crescita di rassegne collaterali, ma addirittura a contrastarle. In base a quali ragionamenti, resta un mistero: non è un mistero invece che ovunque il trend è quello opposto. Ora giunge notizia che NADA (New Art Dealers Alliance), la fiera alternativa di Miami concomitante con Art Basel, ha scelto Art Cologne per i propri piani di espansione in Europa, a partire dal 2012.
Una fiera con una lunga tradizione, che nel rinnovarsi e nel riflettere l’evoluzione del mercato si affianca ad un’altra fiera dallo spirito molto progressista. Mentre NADA è stata fondata nel 2003 da un gruppo di gallerie di New York, Art Cologne è nata nel 1967 su iniziativa del padre del gallerista David Zwirner. Heather Hubbs, direttore di NADA, ha dichiarato che la scelta è ricaduta sulla Germania per la sua economia solida e per il forte interesse verso l’arte emergente.
La collaborazione darà la possibilità ad Art Cologne di infondere nuova linfa alla fiera, mentre per NADA rappresenta l’occasione di sbarazzarsi dell’immagine di satellite di Art Basel e presentarsi come un partner pienamente sviluppato. NADA, che alla sua prima presenza tra il 18 e il 21 aprile presenterà una ventina di gallerie, occuperà una parte del secondo piano nel complesso del Koelnmesse, stessa location di Art Cologne, anche se le due fiere resteranno comunque distinte.
– Martina Gambillara
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