Cannes Updates: file interminabili per il debutto dei Coen Brothers, ma sulla Croisette (e sui party sabatini) domina la pioggia torrenziale
Giornata all’insegna della pioggia e del cattivo umore di tutti quelli che, nonostante la pioggia, hanno fatto ore di fila senza neppure riuscire ad entrare in sala. Il numero degli accreditati, secondo l’organizzazione del Festival, è aumentato (quello degli italiani è diminuito), ma l’annoso problema delle file a vuoto è lungi dall’essere risolto, con l’aggiunta […]
Giornata all’insegna della pioggia e del cattivo umore di tutti quelli che, nonostante la pioggia, hanno fatto ore di fila senza neppure riuscire ad entrare in sala. Il numero degli accreditati, secondo l’organizzazione del Festival, è aumentato (quello degli italiani è diminuito), ma l’annoso problema delle file a vuoto è lungi dall’essere risolto, con l’aggiunta della variante pioggia che per il secondo anno di fila si abbatte copiosa sulla Croisette. Molto dipende dal colore dell’accredito, ovvero dal livello che si occupa nella scala gerarchica della stampa cinematografica internazionale (presto approfondiremo il tema dei badge nei dettagli). Comunque il giorno 4 è il giorno dei Coen Brothers con Inside Llewyn Davis. E se il potenziale valore di un film a Cannes si misura col tempo che dura la sua fila, decisamente deve essere uno dei più importanti dell’anno. La vita di un cantante folk che visse a Greenwich Village negli anni Sessanta diventa per i due registi del Minnesota l’occasione per un’astratta, affascinante riflessione filosofica.
Bocciato il film di Desplechin, Jimmy P.. Mathieu Almaric calza a pennello nella parte dell’antropologo strizzacervelli, meno Benicio Del Toro in quello del reduce di guerra pellerossa con sindrome post traumatica. Buona l’idea di partenza (un libro sul medico Georges Devereux che teorizzò la relazione tra le reazioni umane e l’educazione culturale delle persone), ma decisamente non riuscita l’operazione di ricostruzione del regista, che si concentra sul rapporto dei due personaggi principali. Il film ne esce piatto e incapace di destare emozioni. Anche Bends di Flora Lau – nella Sezione Un Certain Regard – non lascia soddisfatta la critica, che gli preferisce l’altro film della giornata nella stessa sezione, Grand Central di Rebecca Zlotowski. Come il primo ha come tema l’amore proibito, ma in un caso si tratta di quello tra una ricca donna e il suo autista, nell’altro di un operaio di una centrale nucleare che perde la testa per la moglie del capo con possibili effetti nefasti sull’intera comunità. Claustrofobico nel porre l’accento sul microcosmo del luogo di lavoro.
Sempre causa pioggia, rovinate molte delle feste in programma, con disappunto di dive e starlette che riponevano molte speranze di pubblic relation in questo sabato cruciale per il Festival. A differenza degli altri giorni, nessuna luce stroboscopica dagli yacht ormeggiati al largo del porto, né echi di musica nell’aria. Silenzio quasi assoluto nella delusione generale. Tutti i party spostati all’interno degli alberghi, con grande felicità delle innumerevoli hoockers d’alto bordo che hanno avuto il lavoro facilitato, giocando in casa…
– Federica Polidoro
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