Cannes Updates: “Un Certain Regard”, vince il cambogiano-francese Rithy Panh. Premi anche per Hany Abu-Hassad, Alain Guirodie e Diego Quemata-Diez
Dopo il trionfo dei giorni scorsi dell’italianissimo Salvo di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza nella Semaine della Critique, che ha incassato il Gran Premio e il premio rivelazione dell’anno, ieri c’è stata la cerimonia di chiusura della famosa sezione Un Certain Regard, aperta dal film di Sofia Coppola The Bling Ring. La giuria, composta da […]
Dopo il trionfo dei giorni scorsi dell’italianissimo Salvo di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza nella Semaine della Critique, che ha incassato il Gran Premio e il premio rivelazione dell’anno, ieri c’è stata la cerimonia di chiusura della famosa sezione Un Certain Regard, aperta dal film di Sofia Coppola The Bling Ring. La giuria, composta da Zhang Ziyi (attrice cinese), Ludivine Sagnier (attrice francese), Ilda Santiago (Direttore del Festival di Rio) ed Enrique Gonzalez Macho (produttore e distributore spagnolo), quest’anno era presieduta dal regista danese Thomas Vinterberg.“Grazie per averci dato la responsabilità di scegliere e di celebrare i film di questa sezione – ha commentato al momento della premiazione -, che è stata eccezionale sotto molti aspetti. Figure di creta di estrema bellezza, violenza, fellatio omosessuali, l’umiliazione sistematica del genere umano, le gambe di Léa Seydoux sono solo alcune delle immagini uniche che resteranno nella nostra memoria. Questa selezione è stata forte e spesso cinica, ma anche poetica. Politica, molto originale, talora disturbante, diversificata e sarà difficile dimenticare le sue potenti immagini”.
Il cambogiano naturalizzato francese Rithy Panh ritira il primo premio con L’image manquante. Il suo, ne avevamo parlato nei giorni scorsi, era uno dei film che ci aveva maggiormente colpito. Ripercorre la storia del regime degli Khmer Rossi e le atrocità che il popolo cambogiano ha dovuto patire. Raccontato in prima persona, usa materiali di repertorio e supplisce alla mancanza di molti documenti video, soppressi allora dal severo sistema di propaganda, usando dei set artificiali con pupazzetti di creta. Riscatta così la memoria persa di un popolo, quella della sua famiglia e la sua, ma coglie anche l’occasione per riflettere sull’ontologia dell’immagine cinematografica, sul significato e sulla credibilità del messaggio che porta. Premio della giuria a Omar di Hany Abu-Hassad, tragica storia di resistenza politica ambientata in Palestina. Premio alla regia per Alain Guirodie con The Stranger of the Lake, dove un omicidio sconvolge una tranquilla comunità di nudisti omosessuali. Un Certain Talent Prize è andato invece a La Jaula de Oro del messicano Diego Quemata-Diez, storia di ragazzini che valicano clandestinamente il confine con gli Stati Uniti e devono affrontare le grandi difficoltà che il viaggio e l’arrivo nel nuovo paese comportano.
– Federica Polidoro
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