Nella storia della ceramica italiana. Morto a 74 anni Giancarlo Bojani, per oltre un ventennio alla guida del MIC di Faenza
Dal 1979 al 2001 è stato direttore del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, nella cui biblioteca sono catalogate oltre 500 pubblicazioni a sua firma. Una colonna, per un settore che sempre più tende ad uscire dalla propria nicchia per approdare all’ampio ambito delle “arti visive”. A 74 anni è venuto a mancare nei giorni […]
Dal 1979 al 2001 è stato direttore del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, nella cui biblioteca sono catalogate oltre 500 pubblicazioni a sua firma. Una colonna, per un settore che sempre più tende ad uscire dalla propria nicchia per approdare all’ampio ambito delle “arti visive”. A 74 anni è venuto a mancare nei giorni scorsi Giancarlo Bojani, uno dei massimi esperti di ceramica in Italia e nel mondo, grande e raffinato collezionista di opere e di libri. Un intellettuale di prima grandezza, coordinatore di Casa Raffaello ad Urbino, direttore scientifico dei Musei Civici di Pesaro, e poi Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1989, e Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana nel 1992.
L’uomo che sosteneva che nella Maiolica è riflessa tutta la nostra storia regionale e italiana, uno studioso che ha speso molta parte della sua vita promuovendo in tutto il mondo la tradizione ceramica e sostenendo al contempo “autonomia espressiva e potenziale artistico” del materiale. È di poco tempo fa un suo testo per la rivista D’A in cui scriveva su quest’arte – ancora da molti ritenuta minore – che è diventata “talmente grande nella contemporaneità che di tante opere non è più nemmeno importante rendersi conto che sono di ceramica, talmente esprimono una autonomia espressiva pur originata da materiali e tecniche”.
E molta parte della sua vita e attività Bojani l’ha dedicata proprio alla città di Faenza e al suo museo: artefice profondo di un rinnovamento verso il contemporaneo del Mic, portò a Faenza anche il XV discendente della dinastia Raku. Resta nella memoria la mostra nel 1997 “RAKU: una dinastia di ceramisti giapponesi”, realizzata in collaborazione con Raku Museum e Japan Foundation. Fu una mostra che, per tutto quello che ha rappresentato in termini di relazioni e scambio culturale, proiettò nella contemporaneità italiana l’antica tecnica giapponese allargandone il suo campo d’influenza.
– Jasmine Pignatelli
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