Alla cortese attenzione del futuro sindaco di Roma: Cultura e Turismo seguano politiche unitarie, e l’amministrazione si apra ai contributi privati. Firmato Federculture, FAI e Italia Nostra
I primi 5 musei di Roma realizzano 3,6 milioni di visitatori all’anno; quelli di Londra 25,3, di New York 15,4, i musei di Parigi 23,4, mentre a Istanbul sono 7 milioni e a Tokyo quasi 10. Nei teatri di Roma in un anno entrano circa 2 milioni di spettatori, in quelli di New York sono […]
I primi 5 musei di Roma realizzano 3,6 milioni di visitatori all’anno; quelli di Londra 25,3, di New York 15,4, i musei di Parigi 23,4, mentre a Istanbul sono 7 milioni e a Tokyo quasi 10. Nei teatri di Roma in un anno entrano circa 2 milioni di spettatori, in quelli di New York sono oltre 28 milioni, a Tokyo 12 e a Londra circa 14 milioni. Crescono le presenze, 23 milioni nel 2012, ma Roma è ancora meno visitata di Parigi, 29 milioni di presenze, e di Berlino, 25 milioni. Intanto le risorse stanziate da Roma Capitale per la cultura sono diminuite di oltre 15 milioni di euro in cinque anni. La spesa per il settore rappresenta oggi il 2,2% del bilancio comunale, valore più basso tra quelli delle grandi città d’arte (Milano, Torino, Firenze, Bologna), e in forte calo negli ultimi anni: 3,9% nel 2008 ed il 4,3% nel 2002.
Un panorama sconfortante, anche se certi dati andrebbero contestualizzati, e non assunti per il semplice valore nominale: dati che giustamente allarmano Federculture, FAI – Fondo Ambiente Italiano e Italia Nostra, che – nel momento in cui la Capitale si appresta a rinnovare il proprio governo – hanno scelto di lanciare alcune proposte per il rilancio della città. Per questo i rispettivi presidenti, Roberto Grossi, Andrea Carandini e Marco Parini hanno incontrato oggi la stampa nella Sala Auditorium del Palazzo delle Esposizioni.
La prima proposta emersa è di carattere organizzativo: serve una delega per la cultura molto forte, affiancata da quella al turismo, e che il prossimo Vice-Sindaco della Capitale sia anche il responsabile della cultura e abbia un mandato ampio e centrale nelle politiche complessive della giunta. Un’opzione molto forte, quella che lega cultura e turismo, che è da tempo uno del “cavalli di battaglia” anche di Artribune; come lo è un’altra indicazione centrale – qui ci soffermiamo solo sulle principali – emersa dall’incontro: “Roma, nell’ambito della gestione culturale, può diventare il luogo di sperimentazione e attuazione di nuovi modelli di governance, orientati da una visione della cultura come bene pubblico e che crei le condizioni per la diffusione di nuove e più ampie forme di collaborazione tra pubblico e privato, di cooperazione con soggetti sociali del terzo settore o di affidamento a privati di spazi e servizi, laddove ce ne siano le condizioni”. Linee programmatiche che – c’è da scommetterci – non mancheranno di suscitare indignazione fra coloro – per fortuna sono sempre meno – che trovano volgare che la cultura guardi anche agli aspetti economici e di richiamo turistico.
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