Una storia di handmade e made in Italy romano: Aleksandra Badura
In un periodo che la storia ricorderà come di profondissima crisi economica, una giovane creativa, arrivata in Italia dalla Polonia, decide di investire sul lusso e aprire nel centro di Roma il suo primo monomarca. Intervista con Aleksandra Badura.
Aleksandra Badura appartiene a quel mondo del fashion design con forti componenti progettuali, arricchito dalla curiosità della viaggiatrice colta. Sono proprio questi viaggi in tutto il mondo a spingerla a rielaborare la forza creativa e lo stile artigianale con materie prime eccellenti, a creare un marchio di borse e accessori che racconta la cultura della tradizione del pezzo unico ma senza complessi sociali, con il coraggio di proporre il massimo e di collocarlo immediatamente nella fascia alta del fashion product. Il suo percorso è guidato dal coraggio e dall’entusiasmo, è veloce, si muove con le idee e gli investimenti come chi vuole superare questo momento difficile volandoci sopra con un jet.
Le sue preziose borse sono concepite come gioielli fatti di pelli, preziosissime e mai uguali: disegno puro architettonicamente glamour, chiusure e cerniere come bijoux. Una storia di handmade, di made in Italy romano, di coraggio imprenditoriale ma soprattutto di successo della bellezza, quella che ci salverà – diceva Dostoijevsky -, in questo caso del fascino di quel lusso colto che dura una vita accanto a noi e che quindi non ha prezzo.
Come nasce la tua passione per la moda?
Dal guardaroba di mia madre, dove ogni pezzo era realizzato su misura, appositamente per lei. Sono cresciuta nell’amore per il pezzo unico, il modello studiato per la persona.
Il 9 luglio, durante la settimana di Altaroma, aprirai il tuo primo monomarca in una delle vie principali del centro storico di Roma. Come mai questa scelta?
Fino ad ora mi sono occupata di progetti di interior design in giro per il mondo, ma ho sempre amato tornare a Roma. È la città dove alla fine ho scelto di vivere, che mi ispira e mi sorprende ogni giorno. I suoi palazzi, le sue architetture, le sue opere d’arte mi suggeriscono forme e colori della mia collezione. Inoltre Roma è la capitale dell’artigianato, dove questo grande patrimonio si è conservato ed è giunto fino a noi. Proprio qui ho incontrato esperti artigiani con cui, lavorando intensamente ogni giorno, sono riuscita a tradurre i miei sogni in preziosi oggetti di pelle.
Da dove nasce l’idea della tua collezione?
Si ispira ai miei viaggi, reali e immaginari. Ogni collezione si porta dietro ricordi e immagini di posti lontani. La donna a cui mi ispiro è una sognatrice, una viaggiatrice. Quando ho iniziato il mio progetto, ho fatto una ricerca sulle prime viaggiatrici donne che hanno girato il mondo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, come Queen Victoria, Elisabeth Eastlake, Fanny Bullock, Mary Kingsley, Lady Mary Montagu… Sono figure che mi affascinano particolarmente.
Come nascono le particolari lavorazioni di questa collezione?
Tagli, rinforzi e cuciture realizzati interamente a mano, che richiedono ore e ore di lavorazione dei maestri artigiani e sono ispirati ai tagli delle pietre preziose.
Cosa significa per te la parola ‘lusso’?
L’idea del pezzo unico, fatto su misura per te. Un oggetto senza tempo, che va al di là delle stagioni e delle mode, che può essere vissuto giornalmente, acquistando sempre più fascino.
Che legame esiste per te tra moda e arte?
Per me c’è un legame fortissimo e una compenetrazioni di valori. Trovo che le collaborazioni tra questi due settori siano importanti e arricchiscano molto di idee e creatività. Proprio per questo ho deciso di fare il mio debutto in una galleria d’arte all’interno del percorso A.I.Gallery, nella scorsa edizione di Altaroma. Voglio che il mio flagship store, in apertura in via Mario de’ Fiori, diventi un contenitore culturale, dove ospitare artisti e designer.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
L’apertura del mio primo monomarca, che è concepito appunto come un contenitore culturale. Il concept del negozio è quello di un grande bracciale in cui sono incastonate le mie preziose creazioni.
Andrea Sperelli
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