RISO chiama MACRO. Dopo l’open call di S.A.C.S., Sergio Zavattieri si merita la residenza presso il museo romano. E l’opera prodotta va al Festival Internazionale di Fotografia

Proseguono le attività del resuscitato archivio S.A.C.S. , prima cellula riattivata dall’ancora semi-dormiente Museo Riso. Difficile il processo di recupero e rilancio, dopo il blackout durato da gennaio a dicembre 2012, ma lo Sportello per l’Arte Contemporanea in Sicilia, che offre agli artisti siciliani occasioni di ricerca, di residenza, di promozione del proprio lavoro,  porta […]

Proseguono le attività del resuscitato archivio S.A.C.S. , prima cellula riattivata dall’ancora semi-dormiente Museo Riso. Difficile il processo di recupero e rilancio, dopo il blackout durato da gennaio a dicembre 2012, ma lo Sportello per l’Arte Contemporanea in Sicilia, che offre agli artisti siciliani occasioni di ricerca, di residenza, di promozione del proprio lavoro,  porta a segno qualche gol. Chiusa la prima fase del progetto Paesaggio con Artista, con il laboratorio di idee condotto da Nari Ward e ospitato nella tenuta di Antonello Colonna, a Labico, il Comitato Scientifico che per il 2013 cura le attività di S.A.C.S. (Laura Barreca, Daniela Bigi, Lorenzo Bruni, Valentina Bruschi, Giovanni Iovane, Cristiana Perrella) ha assegnato, insieme a Bartolomeo Pietromarchi e Marco Delogu, una residenza presso il MACRO, con annessa partecipazione al prossimo Festival Internazionale di Fotografia di Roma.
A meritarsela è stato – con voto unanime – Sergio Zavattieri (Palermo, 1970), uno degli 83 artisti attualmente presenti in archivio, tra coloro che avevano avanzato la propria candidatura rispondendo all’open call lanciata da Riso.  Tre erano i finalisti, selezionati dal Comitato: accanto a Zavattieri anche Federico Baronello e Sandro Scalia.
Una vittoria che giunge grazie a un progetto ispirato ai paesaggi delle campagne romane e alla storia della fotografia:  una “proposta colta, coraggiosa e ricca di suggestioni”, che per un tema classico come quello del paesaggio ricorre a “un’inedita modalità installativa in grado di sollecitare l’intervento attivo dello spettatore e di coinvolgerlo su più livelli”.
Sullo sfondo immagini d’epoca, atelier di vecchi fotografi, i primi apparecchi analogici e quelle finestre scenografiche che incorniciavano i soggetti in posa: “nella seconda metà dell’800  spiega l’artista – “il ritratto fotografico in studio si realizzava quasi sempre usando uno sfondo di stoffa dipinto a mano, che spesso rappresentava un paesaggio pastorale riconoscibile, anch’esso silenzioso e senza tempo”. Lo stesso silenzio che accomuna certe visioni paesaggistiche e certe memorie cinematografiche.
Zavattieri avrà a disposizione 3.000 euro per la produzione di un’opera, da realizzare durante il suo soggiorno in un appartamento-studio presso il MACRO, e da esporre poi al Festival diretto da Delogu. Opera che, infine, sarà acquisita in collezione dal Museo Riso.
Un’occasione colta anche dal neo direttore, Sergio Aguglia, che evidenzia spirito e modalità del nuovo corso: “Il progetto lanciato da Riso in collaborazione con il Macro di Roma e con un importante Festival Internazionale rappresenta una delle modalità eccellenti che questa direzione, in continuità con la formula originaria del progetto Riso, sostiene con entusiasmo. L’idea da perseguire è quella di un Museo aperto a scambi con altre importanti realtà culturali, pensato come luogo di produzione e di ricerca”. Un passo in avanti, riagganciandosi al discorso bruscamente interrotto un anno e mezzo fa. Il prossimo step? Un’altra open call in arrivo per gli artisti siciliani dell’Archivio: residenza con mostra, stavolta alla Dena Foundation di Parigi.

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