Il pittore è malato, ma il chirurgo opera il suo quadro. Storia surreale? È accaduta davvero, nel 2006 a Roma. E adesso Sergio Rubini ne fa un film…
Il pittore romano Lorenzo Indrimi scoprì di avere un grave tumore al polmone nel 2006. Il suo chirugo, primario oncologo al Forlanini, dottor Massimo Martelli, era sicuro della necessità di una immediata asportazione del tessuto malato, perché in caso contrario l’aspettativa di vita si aggirava tra i sei e i dodici mesi. Ma al momento […]
Il pittore romano Lorenzo Indrimi scoprì di avere un grave tumore al polmone nel 2006. Il suo chirugo, primario oncologo al Forlanini, dottor Massimo Martelli, era sicuro della necessità di una immediata asportazione del tessuto malato, perché in caso contrario l’aspettativa di vita si aggirava tra i sei e i dodici mesi. Ma al momento dell’operazione, del pittore non c’era più traccia: fatta la valigia e nel pieno del panico se l’era squagliata senza lasciare tracce dietro di sè. Al suo posto il chirurgo aveva però ricevuto un quadro, il quadro malato, che secondo Indrimi era la fonte e il luogo del male, quello che realmente necessitava dell’intervento. Il chirurgo optò così per un’operazione con tutti i crismi: si lavò, indossò il camice verde, i guanti sterili e, equipe chirurgica al completo, effettuò l’asportazione del tumore dal quadro con tanto di suturazione a punti.
Da questa storia folle quanto reale è nato lo spunto per un cortometraggio documentario firmato da Sergio Rubini, che ripercorre tutte le tappe della vicenda insieme al protagonista, con tanto di intervista e dettagli di sala operatoria. Un esperimento finanziato dalla Filarmonica Romana, che qualche giorno fa ha ospitato l’anteprima del film all’interno del suo calendario estivo introdotta da una performance musicale di Bayan che simulava, in assenza di note, movimento e suono della contrazione respiratoria del polmone, con un risultato di un certo impatto emotivo. Prevedibilmente alla proiezione è seguito un acceso dibattito della comunità medica divisa tra lo scetticismo razionale e le potenzialità dell’influenza della mente sul corpo, perchè Indrimi oggi è vivo, vegeto, privo di sintomi e non è stato mai operato. Girato con sapienza e montato a ritmo di inquadrature al di sotto di 4 secondi, il film parte dalle abitudini quotidiane del pittore nel suo teatro personale, tra pennelli e colori, mentre il gesto anima la tela. Poi il vecchio pittore seduto riflette su stesso, sulla vita e sulla morte, con parole intime, lucide ed essenziali, e con un’ironia dolce che prende una declinazione scanzonata quando lo sguardo volge al chirurgo esperto capace di comunicare una profonda umanità, oltre la preparazione scientifica e la sapienza tecnica. Dopo citazioni dovute a Dorian Gray e Italo Svevo il dottore, che aveva già conquistato l’uditorio, ha concluso la serata nel paradosso, proponendo a Indrimi una serie di quadri da operare al posto di futuri pazienti…
– Federica Polidoro
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