Creo, dunque sono. Michele Di Salle e il suo “I Am”. Un ciclo di micro film, raccontando cinque artisti viaggiatori
Francesco De Grandi a Shanghai, Ana Teresa Fernandez a San Francisco, Bobby Borderline a Francoforte, Cat Zaza a Parigi, Forlane 6 Studio a Creta. Cinque ritratti di artisti, nel mezzo di un viaggio e di un progetto creativo. Li firma il regista Michele Di Salle
“I AM”
Un documentario seriale di Michele Di Salle
Prodotto da Federico Di Giambattista
Scritto con Martina Serafin
Montato, effettato e colorato da Luca Papaleo
Translation Assistance by Ja De, Annika’s Bakery e Fabienne Pallamedessi
Musiche Originali e Sound Engineering by Federico Di Giambattista e Andrea Fabiani
Prodotto da Hullabaloop e Limited Music
Cinque artisti, cinque storie, per quattro film da venticinque minuti ciascuno. Il progetto si chiama I Am e porta la firma del giovane regista milanese Michele Di Salle, con la coproduzione di Federico Di Giambattista. I Am, come una dichiarazione d’intenti e d’esistenza, statement di vita e professione, costellazione di sogni, di sfide, di viaggi e disciplina: essere un artista e provarlo a raccontare. Francesco De Grandi a Shanghai, Ana Teresa Fernandez a San Francisco, Bobby Borderline a Francoforte, Cat Zaza a Parigi, Forlane 6 Studio a Creta. Artisti ma anche nomadi, flâneur, esploratori, tutti in città d’adozione – stabile o temporanea – e tutti catturati nel cuore di un processo creativo: che sia un’opera, una mostra, un progetto in progress. Artisti in transito, dunque; differenti eppure uguali, nel desiderio e nell’urgenza di fare, fra città che si assomigliano sempre di più, in cui fermarsi per un po’, succhiare energie, restituire immagini, fuggire e poi magari ritornare. Come abitando una metropoli globale in trasformazione.
Quelli di Di Salle sono brevi video portrait, in cui concentrare l’essenza di una pratica creativa e quella di uno sguardo sulle cose, sugli spazi, sulle forme e le armonie del mondo, sulla propria stessa condizione di artisti visivi, e non solo: pittura, performance, illustrazione, musica, fotografia, video, installazioni, persino sculture subacquee… Il tutto si risolve in un flusso filmico, accompagnato dalla voce guida dei protagonisti: narrazioni pre-registrate che danno il senso e la misura di uno stato d’animo, di un intreccio di pensieri, di una serie di domande e di slanci d’emotività. L’artista e la sua opera, nel mezzo della creazione. Tema antico e talmente complesso da non esaurirsi mai.
Ma com’è nato I Am? “Il tutto è iniziato in Cina”, ci racconta Michele Di Salle, “poiché mi trovavo a Sganghai, nel giugno 2012, per presentare al Festival del Cinema il mio precedente film documentario, girato insieme agli amici sull’isola di Salina, “Il resto dell’anno”. In Italia non se lo è filato praticamente nessuno e i vari festival che ha girato erano tutti all’estero… Mentre ero lì, Martina, una collega, mi passa il contatto di Francesco De Grandi, che era a Shanghai per una residenza: lo conosco, lo vado a trovare in studio e l’idea decolla… Poi è sempre Martina a fare da tramite con gli altri artisti, perché appena tornato in Italia capisco che la formula funziona: raccontare storie personali, mescolandole con l’arte contemporanea e le identità dei luoghi. Lineare, quanto eccitante”.
I Am prende forma via via, artista dopo artista, viaggio dopo viaggio, storia dopo storia, studio dopo studio. E c’è qualcosa che emerge, con forza, a tenere incollate queste pagine di diario, personali e condivise: “Piano piano è uscito un filo comune, ossia la necessità primaria di esprimersi: in qualsiasi posto tu vada troverai sempre qualcuno che ha un’espressività di un certo tipo. E dietro di essa ci sono le storie. Questo rende il progetto di una semplicità e di una universalità clamorose”.
E lavorando per dare una forma definitiva e una destinazione a questo materiale – la strada prediletta resta quella di un prodotto “alto” per un pubblico di settore, tramite una produzione televisiva – Michele tira le somme: “Un’esperienza da privilegiati, decisamente. Avere la possibilità di conoscere persone così dense, così piene di pensieri, di estro, di memorie… è una cosa che ti fa tornare a casa contento, ogni volta. Sazio. E poi, passare direttamente dalla California a Francoforte, nel mese di Novembre, è come passare da un episodio di Csi ad uno di Derrik, con tutta l’escursione termica del caso. Insomma, ci siamo divertiti un sacco e faremo in modo di divertirci ancora. Storie che aspettano di essere raccontate ce ne sono pacchie. Basta uscire e girare”.
E nell’attesa di nuove storie, firmate Di Salle, magari ancora dedicate all’universo nomade e molteplice dell’arte, ecco il trailer in italiano del progetto I Am. E poi, a breve, tutte e cinque le storie da gustare con una special preview: degli estratti, su Artribune Television, che anticipano la serie completa. E la chiave è sempre quella: creo, dunque sono. Ritratti in movimento, nel nome dell’arte.
Helga Marsala
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