Un caffè col Granduca Leopoldo. Firenze si aggiusta il trucco prima dell’arrivo dell’afa estiva: e riapre al pubblico la stupenda Kaffeehaus del Giardino di Boboli
Fu costruita entro il 1776 su progetto di Zanobi del Rosso per volontà del Granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, come luogo di sosta e di piacere per il sovrano con la famiglia e la Corte che vi sorbiva il caffè. Ora la Kaffeehaus del Giardino di Boboli torna visitabile al pubblico, una delle novità con […]
Fu costruita entro il 1776 su progetto di Zanobi del Rosso per volontà del Granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, come luogo di sosta e di piacere per il sovrano con la famiglia e la Corte che vi sorbiva il caffè. Ora la Kaffeehaus del Giardino di Boboli torna visitabile al pubblico, una delle novità con le quali Firenze si affaccia alla stagione estiva ed all’invasione di turisti che già la caratterizzano. Il saloncino che viene aperto – senza alcun sovrapprezzo del biglietto – è decorato da affreschi di Giuseppe del Moro, Giuliano Traballesi e Pasquale Micheli, con vedute illusionistiche corredate di statue, fontane su sfondi di verzura e copertura a finto pergolato, con fiori e uccellini.
Ma la vera novità della riapertura della Kaffeehaus è la collocazione, al suo interno, di quattro sculture in marmo, tutte di metà XVI secolo, sistemate su basi coperte da specchi su tre lati, in modo da da creare un inatteso effetto di profondità. Si tratta dell’Apollo col Capricorno, realizzata da Domenico Poggini nel 1559, del Nano Morgante sopra una tartaruga e del Nano Barbino, entrambe di Valerio Cioli, e del Bacco con piccolo Satiro, gruppo scolpito da Vincenzo de’ Rossi.
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