Vincenzo Cerami racconta Pier Paolo Pasolini
La voce calda di Vincenzo Cerami imbastisce un racconto lucido, intenso, lineare: un ritratto di Pier Paolo Pasolini, intervellato da immagini di repertorio, che è anche il ritratto di un Italia che cambia, tra la prima e la seconda metà del Novecento
Un genio della letteratura, del cinema, del pensiero contemporaneo, raccontato da un maestro della scrittura, scomparso lo scorso 18 luglio. Pier paolo Pasolini, con la sua avventura epica tra i movimenti profondi della società italiana, rivive nelle parole vibranti di Vincenzo Cerami. Un viaggio di pura affabulazione, inseguendo lo spirito di un tempo critico e convulso: il tempo di un Paese che cambia, sospeso tra progresso e macerie, tra sviluppo e radici, tra genio e debolezza, tra conformismo e nobiltà spirituale, tra schiavitù, propositi dempocratici e utopie rivoluzionarie.
Il corpus letterario di Pasolini diventa per Cerami il disegno di un pezzetto di storia d’Italia, nell’intreccio straordinario di poesia, sociologia, filosofia, politica, narrativa. Senza mai, però, essere nè filosofo, nè sociologo, nè politico: Pasolini lesse il proprio tempo con gli occhi del poeta, filtro commosso e feroce sulle cose, per un esercizio di realismo folgorante.
Dalla fine del Fascismo sino agli anni Settanta, l’autore si fa dunque testimone di una vera e propria “rivoluzione antropologica”. Quella rivoluzione che trasformò il popolo italiano – col suo bagaglio valoriale di storia, identità, tradizioni – in “massa”. Ovvero: corpo sociale “schiacciato nel presente”, nel segno dell'”omologazione”. Un’Italia che muta mentre mutano i corpi degli Italiani, al livello delle abitudini, dei gesti, dei sentimenti, delle temperature, dei desideri.
Così, quello che per Cerami è “il più grande poeta civile del secondo Novecento”, parlò del corpo del Paese attraverso il corpo della scrittura, muovendosi “nello scandalo e nella rabbia”, con l’innocenza di una “bestia al macello”. E con la forza di un vitalismo tanto radioso, quanto disperato.
Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati