Kelpe, Go Visible. Geometrie di suoni per coreografie sghembe
Kelpe, con i suoi beat fatti a mano e i suoi mix digitali, costruisce prartiture morbide e suadenti, sfornando EP ed LP di grande qualità. Tra i brani dell'ultimo disco c'è anche Go Visible, accompagnato da un video che unisce musica, cinema e danza contemporanea
Kelpe, al secolo Kel McKeown, è un elelgante producer londinese che mescola elettronica, ritmi downtempo, costruzioni analogiche di campionamenti e sequencer, raffinati missaggi digitali, sonorità adamantine e dolcemente ipnotiche. Il suo quarto album, appena uscito per la nuovissima DRUT Records, regala un’intelligente galleria di brani non facili ma godibili, sicuramente vari, robusti quanto lievi, curati fin nel più piccolo passaggio e aperti a echi multilayer. Sinuosa e inebriante Astrolomy, distorta Nice Eyes In My Size, cerebrale Puds, fascinosa Answered, con le sue evocazioni aeree, poi cupe, dal taglio visionario.
E poi c’è Go Visible, in cui il bravo beatmaker si cimenta col design di geometrie disarticolate, dissolte in vibrazioni elastiche ma sempre nitide. Suoni pronti a incunearsi tra gli arti e le sinapsi. Ed è proprio un fatto di disarticolazioni corporee quello che contagia la danzatrice contemporanea Melissa Spiccia, interprete del videoclip girato dai filmmakers Mira Loew e David Altweger. Sull’onda ellittica dei beat, Melissa esplora un appartamento quasi vuoto, compiendo gesti incongrui, destrutturati, capovolti, apparentemnente sconnessi, sfidando la forza di gravità e le leggi della fisica. La silhouette si si scompone, si fa spazio e linea sghemba, si fa angolo e volume, fino a scomparire, polverizzandosi. Nell’aria, dissolta con le ultime scie di suono.
Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati