Storia di una casa di campagna, che fu rifugio e atelier di Giorgio Morandi. A Grizzana una mostra sul paesaggio: foto, dipinti, installazioni di giovani artisti
Trascorse tutta la vita in quella casa di Via Fondazza, a Bologna, insieme alla madre e alla tre sorelle, senza mai decidere di staccarsi dal nido, di cambiare aria, città, Paese. Ma nemmeno di farsi uno studio: tele, pennelli, fogli, pastelli, vasi, bottiglie, tutto in quello spazio di routine famigliare. Giorgio Morandi costruì il suo […]
Trascorse tutta la vita in quella casa di Via Fondazza, a Bologna, insieme alla madre e alla tre sorelle, senza mai decidere di staccarsi dal nido, di cambiare aria, città, Paese. Ma nemmeno di farsi uno studio: tele, pennelli, fogli, pastelli, vasi, bottiglie, tutto in quello spazio di routine famigliare. Giorgio Morandi costruì il suo straordinario universo pittorico e poetico nei pochi metri quadrati della sua stanza, da cui si staccava solo d’estate, insieme alla famiglia, per godersi la frescura dell’Appennino bolognese: è a partire dal 1913 che i Morandi presero a trascorrere le vacanze a Grizzana, un piccolo comune che oggi conta 4mila abitanti. I primi anni a ospitarli era il sindaco del paesino, Gaetano Veggetti; dopo la guerra soggiornarono presso la pensione Italia e infine, nel 1959, costruirono una villetta tutta loro, a pochi passi dalla casa dei Veggetti, con tre grandi fienili di fronte.
Morandi vi si recò sempre, fino a un anno prima di morire, con quella pacata ritualità che contraddistinse la sua vita e la sua ricerca. E fu questa la prima e unica casa in cui ebbe un vero studio. Tanti i dipinti ispirati ai paesaggi e gli scorci di Grizzana, che fu un po’ per lui come Arles per Van Gogh e l’Estaque per Cézanne: dimensione bucolica, di lavoro e di contemplazione, di affetti, di visioni e di pensiero, di studio della luce e delle forme, dipingendo paesaggi plastici come file di bottiglie, e bottiglie fulgide, dolcemente vibranti, come antichi paesaggi.
La sorella Maria Teresa, scomparsa nel 1994, aveva donato la villa di famiglia al Comune di Grizzana, a patto che fosse tramutata in un museo: tutte la stanze, incluso lo studio di Morandi, sono rimaste intatte, perfettamente arredate, come se il tempo si fosse fermato, miracolosamente.
Questo luogo quieto, che porta con sé le tracce di un secolo di storia italiana, e tutta la bellezza di una vicenda biografica e artistica speciale, ospita oggi una mostra dal titolo Un’Etica per la Natura. È la seconda volta, dopo la collettiva Il Paesaggio Necessario nel 2012, che casa Morandi accoglie opere di giovani artisti, grazie all’impegno del Comune nella promozione del binomio cultura-paesaggio. Ed è la prima volta che a essere usati non sono solo anche gli spazi domestici veri e propri. Trova infatti posto in salotto il video di Elisa Laraia, simbolico incipit poetico del percorso, che conduce poi verso quei fienili tante dipinti dal maestro. Qui sono esposte le fotografie di Davide Monteleone, luoghi malinconici e potesnti che catturano l’anima della rande Russia; i lavori digitali di Karin Andersen, intrisi di suggestioni fantastiche a metà tra fiaba, innesti genetici e realtà; i dipinti a olio di Ettore Frani, in cui è la dimensione del sacro a filtrare, impalpabile, attraverso la natura; le sculture di Silvia Zagni, elementi naturali trasformati in creature fragili, segni, impronte, coaguli di energia.
Le opere provano a interpretare il paesaggio, da sempre occasione altissima d’ispirazione, teatro di rivelazioni etiche, estetiche, concettuali, spirituali, sentimentali. Come la pittura di Giorgio Morandi raccontò, nel cuore del Novecento italiano.
– Helga Marsala
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