Ancora un’altra fiera per Torino. Paratissima fa come Affordable. L’evento off torinese, parallelo ad Artissima, apre al mercato con trenta gallerie giovani e prezzi piccoli
Estate agli sgoccioli e ritmi lavorativi che rientrano negli standard, lentamente. Così, il flusso di comunicazioni e i cantieri delle principali kermesse autunnali sono già in fase avanzata di ripresa. Parliamo innanzitutto di Artissima e dell’art week torinese, che, tra l’ultimo bagno al mare e i primi opening stagionali in galleria, è già dietro l’angolo. Già partite […]
Estate agli sgoccioli e ritmi lavorativi che rientrano negli standard, lentamente. Così, il flusso di comunicazioni e i cantieri delle principali kermesse autunnali sono già in fase avanzata di ripresa. Parliamo innanzitutto di Artissima e dell’art week torinese, che, tra l’ultimo bagno al mare e i primi opening stagionali in galleria, è già dietro l’angolo.
Già partite dunque le info relative a Paratissima, evento off nato a coté della fiera madre, con spirito giovane e sperimentale, giunto alla sua terza edizione. Nel 2013 una novità: nasce G@P- Galleries at Paratissima, un settore autonomo, all’interno della manifestazione, dedicato alle gallerie che si occupano di contemporaneo. Una novità non da poco visto che Paratissima aveva tenuto, fino ad oggi, a marcare la sua differenza con le altre manifestazioni autodichiarandosi una manifestazione non condizionata dal mercato.
Saranno trenta in tutto gli espositori, provenienti dalla scena italiana e internazionale, invitati secondo la tradizionale formula fieristica: esporre, intercettare collezionisti (ma anche critici, giornalisti, artisti) e soprattutto vendere. Unica regola imprescindibile: costi bassi, entro i 5mila euro (con un massimo di cinque artisti a testa) e opere adatte a un collezionismo giovane, non troppo danaroso e con gusti non propriamente classici. Lo spazio è quello interno alle arcate storiche dell’ex-MOI (Mercati Ortofrutticoli all’Ingrosso), in prossimità dell’Oval, dunque a due passi da Artissima: scelta strategica, per catturare fasce di pubblico in transito fra gli stand della grande fiera torinese.
E proprio come racconta immediatamente il nome, l’idea è quella di superare un “gap”, quella distanza tra una fiera istituzionale, selettiva, rivolta ad un collezionismo d’elite, quale è chiaramente la creatura di Sarah Cosulich Canarutto, e quel segmento del sistema fatto di gallerie emergenti, da un pubblico alternativo e da acquirenti alle prime armi. E The Others? In effetti c’è già la fiera collaterale ideata da Roberto Casiraghi, diretta quest’anno da Olga Gambari, che vuole fare la “Liste” di Torino: pù giovane, più underground, meno costosa e affatto snob. Il modello cui si ispira G@p assomiglia dunque piuttosto alla lanciatissima Affordable Art Fair. Fiere vivaci, leggere e tutte orientate al risparmio. Adesioni aperte per accaparrarsi uno stand, nell’attesa dell’opening, fissato per il prossimo 6 novembre.
– Helga Marsala
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