Marsiglia mediterranea
Sembra un happening. Sono tutti riuniti lì a Marsiglia, le archistar più in vista del panorama internazionale. Quel che sta nascendo nel porto francese ve lo raccontiamo nelle pagine successive. Qui ci concentriamo sul fulcro dell’intervento architettonico-urbanistico: il MuCEM di Rudy Ricciotti.
La Capitale Europea della Cultura 2013 fa le cose in grande e, da oltre dieci anni, si prepara a un evento che vuole portare il primo porto francese al centro del circuito culturale internazionale. Erano gli inizi del 2000 quando il Ministero della Cultura francese decise di mettere tra le priorità la candidatura della seconda città del Paese, lanciando i primi concorsi di architettura. L’operazione è vasta e imponente. Un’intera città ripensa se stessa e lo fa affidandosi all’architettura contemporanea. Per l’occasione a Marsiglia iniziano a lavorare alcuni degli studi più in vista del panorama architettonico francese (Jean Nouvel, Rudy Ricciotti, Corinne Vezzoni, Jacques Ferrier), italiano (Massimiliano e Dorana Fuksas, Stefano Boeri, 5+1AA) e internazionale (Zaha Hadid, Kengo Kuma, Ora Ïto, Norman Foster e Frank O. Gehry).
Simbolo di questa rigenerazione è il MuCEM – Museo delle Civiltà d’Europa e del Mediterraneo, localizzato in tre sedi per un totale di 40.000 metri quadri. Due di queste sono collocate all’ingresso del Porto Vecchio di Marsiglia: il nuovo edificio J4, disegnato da Rudy Ricciotti (algerino di nascita, classe 1952), e lo storico Forte Saint-Jean, restaurato su progetto di François Botton (architetto a capo dell’Historic Monuments). Un pezzo di città che testimonia il concept del museo. Chiuso al pubblico per oltre un secolo, sulle vestigia greche e romane dell’antica città-stato, sono stratificate diverse strutture, parte integrante della storia militare e politica di Marsiglia. In una giustapposizione tipica della cultura mediterranea.
L’edificio J4 è il cuore del MuCEM. Qui saranno raccontati i momenti salienti della storia della civiltà mediterranea. Un monolite intarsiato di 15.000 mq affacciato sul mare, disegnato da Ricciotti – vincitore del concorso nel 2004 – insieme all’architetto marsigliese Roland Carta, classe 1976. Un quadrato di 52 metri per lato, il nocciolo espositivo, inscritto in un altro quadrato di 72 metri che definisce la scatola esterna. Una geometria rigorosa, quasi classica, che si contrappone al rivestimento esterno traforato, un motivo arabo astratto, grazie al quale la luce attraversa l’edificio da parte a parte, smaterializzandone l’aspetto granitico. Un minerale incastonato nello skyline marsigliese dove, su due livelli, trovano spazio 3.600 mq di aree espositive, un auditorium di 325 posti, un bookstore, uffici, una brasserie e un ristorante con terrazza panoramica.
A distanza di pochi metri il meteorite, nero e squadrato, si contrappone alla pietra calda e rosata del Forte Saint-Jean. A unirli, un ponte pedonale, esile e compatto, di 115 metri, sospeso sul mare, con un punto di vista unico sul porto e sulla città. Con i suoi oltre 1.000 mq di spazio espositivo – suddivisi nella cappella Saint-Jean, le gallerie e gli edifici E, F e G che compongono il “village” del Forte – il complesso storico ospita le collezioni del MuCEM secondo una rotazione di 3-5 anni. Anche gli spazi esterni del Forte seguono una linea progettuale contemporanea. A vincere il concorso per la promenade nel grande giardino mediterraneo è stato il team valenciano Agence APS, specializzato in paesaggio e spazi urbani. The Garden of Migrations è il nome scelto: 15 ambientazioni rappresentano la mescolanza e la varietà di culture che si sono succedute nella città di Marsiglia.
A completare il “sistema MuCEM” è la terza sede: il Centro per la Conservazione e le Risorse localizzato nel quartiere Belle de Mai. Progettato dall’architetto francese Corinne Vezzoni, il volume, un introverso scrigno di cemento, riprende il rapporto geometrico di 72 metri per lato all’interno dei quali sono racchiusi e protetti 7.000 mq di archivio con documenti e pubblicazioni di proprietà del MuCEM.
Costo totale dell’operazione: poco più di 190 milioni di euro. Finanziato in gran parte (oltre 130 milioni) dal Governo centrale e, per la parte restante, dalle autorità locali, tra cui Comune e Regione.
Zaira Magliozzi
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #13/14
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