Lido Updates: non solo mona. Massimiliano Zanin celebra il regista più censurato della storia: ma “Istintobrass” svela il Tinto parigino impegnato…
“Uno dei personaggi più controversi, originali e amati del cinema italiano. Il regista più censurato della storia. Un anarchico della pellicola, uno sperimentatore geniale, un inventore di sogni. Un vero grande artista. Questa è la sua storia”. Recita così la brochure di Istintobrass, presentato ieri alla Mostra del Cinema nella sezione Venezia Classici. La pellicola, […]
“Uno dei personaggi più controversi, originali e amati del cinema italiano. Il regista più censurato della storia. Un anarchico della pellicola, uno sperimentatore geniale, un inventore di sogni. Un vero grande artista. Questa è la sua storia”. Recita così la brochure di Istintobrass, presentato ieri alla Mostra del Cinema nella sezione Venezia Classici. La pellicola, che porta la firma del romano d’adozione Massimiliano Zanin, già sceneggiatore di fiducia e assistente alla regia di Brass, ripercorre tutte le tappe della vita dell’artista, a partire dagli anni della formazione a Parigi alla Cinemateque Francaise al fianco di Roberto Rossellini, Henri Langlois e Joris Ivens, nel periodo in cui frequentava altri giovani e influenti registi come Bresson, Godard e Truffaut. Perché sì, all’origine c’era stato un Tinto politico, anarchico e sperimentale, che si esprimeva soprattutto attraverso una personalissima tecnica di montaggio.
Il documentario è costruito sui contributi di tanti tra critici (Marco Muller, Gianni Canova, Marco Giusti) e attori (Helen Mirren, Franco Branciaroli, Serena Grandi), e non trascura neppure la vita privata dell’autore, come il rapporto con la moglie Tinta. Ovviamente si arriva a parlare anche del ritorno in Italia e dei capolavori dell’arte erotica per cui è conosciuto in tutto il mondo. Titoli come Chi lavora è perduto, La vacanza, L’urlo, Salon Kitty e Caligula. Infine si indaga l’approdo al cinema erotico con La chiave. Una celebrazione dell’iconografia di un regista votato al piacere voyeurista…
– Federica Polidoro
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