Il motore della cultura. Un crowdfunding italiano cerca di rimettere in moto Detroit, partendo dalla creatività: e da un guida ad alto contenuto artistico…
Era la città più ricca d’America, la culla della Ford, Chrysler e General Motors. Nel 1950 aveva 1,8 milioni di abitanti e i disoccupati non esistevano. Oggi Detroit ha il 18% di disoccupazione e 700mila abitanti. Un calo demografico che ha svuotato oltre 78mila edifici in cui le case si acquistano a trecento dollari. In […]
Era la città più ricca d’America, la culla della Ford, Chrysler e General Motors. Nel 1950 aveva 1,8 milioni di abitanti e i disoccupati non esistevano. Oggi Detroit ha il 18% di disoccupazione e 700mila abitanti. Un calo demografico che ha svuotato oltre 78mila edifici in cui le case si acquistano a trecento dollari. In tempo di svendite, anche le fabbriche sono andate al miglior offerente, vedi la Chrysler alla FIAT.
Ora c’è però un’altra torinese (di base a New York, dove lavora come giornalista e curatrice) che sta puntando su Detroit. Non è per calcoli di profitto ma per passione che Francesca Berardi ha deciso di scrivere Detour in Detroit. Una guida che attraverso parole e immagini ridia luce a una città dimenticata, ma che può essere la nuova frontiera per chi vuole scommettere.“Tra i primi a farlo ci sono stati artisti e designer che hanno comprato studi immensi a poche centinaia di dollari – racconta Francesca –. Proprio dalla creatività può ripartire il futuro. L’ho visto a Torino e a Genk, l’ex città mineraria belga dove lo scorso anno ho curato una mostra nei side project di Manifesta”.
Nella guida il contributo di grafici e artisti sarà fondamentale: “È importante guardare la città con gli occhi di artisti e fotografi perché l’arte aiuta a capire meglio”. Decisamente americano (ma sempre più anche italiano) anche il modo in cui Francesca sta cercando i fondi iniziali, tramite il crowdfunding…
– Stefano Riba
www.indiegogo.com/projects/detour-in-detroit
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