E Banca Intesa si mette ad aprire musei
E lo fa in tutta Italia. Così, come se niente fosse, come se fosse tutto normale, come se tutti facessero così. E invece no, in un paese dove le aziende fanno troppo poco per la cultura e quando lo fanno, lo fanno sottoforma di evento, Intesa San Paolo punta sul museo, il caposaldo dell'educazione, l'accrescimento, lo studio. Un esempio su tutti? Ne aprirà uno a Milano che, l'anno prossimo, rivaleggerà alla pari col Museo del Novecento. E poi...
La situazione nei termini in cui si presenta non ha precedenti: mai è accaduto che uno dei progetti artistico-culturali più ampi ed incisivi degli ultimi anni in Italia sia giunto ad essere presentato nel più assoluto silenzio, tanto da risuonare ora come deflagrante. La cosa si spiega in parte considerando che a promuoverlo è uno dei maggiori gruppi bancari italiani, ed i banchieri – si sa – hanno sempre fatto della discrezione una necessità più che una virtù.
Di che parliamo? Di Intesa Sanpaolo Progetto Cultura, strutturato programma che porterà il gruppo – già ampiamente attivo nel settore del patrimonio e dei beni culturali – ad una decisiva accelerazione, con particolare attenzione all’ambito museale. Molte le aree di intervento, presentate proprio in questi minuti a Milano alla presenza del Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, vero inventore e deus ex machina del progetto, del Ministro Giancarlo Galan, del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, del Presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, dell’architetto Michele De Lucchi.
E proprio a De Lucchi è infatti legato il progetto decisamente qualificante del piano, che dopo il Museo del Novecento – e in attesa del Museo del Contemporaneo di Libeskind – darà a Milano una nuova prestigiosa struttura museale: le Gallerie di Piazza Scala. Oltre ottomila metri quadrati di spazi espositivi nel cuore del centro storico di Milano, tra via Manzoni e Piazza della Scala, in fase di restauro e allestimento secondo il progetto di De Lucchi. Un complesso architettonicoche si compone di quattro palazzi: il settecentesco Palazzo Anguissola, l’ottocentesco Palazzo Canonica, Palazzo Brentani e il monumentale Palazzo Beltrami, con la poderosa facciata su Piazza della Scala.
E sono addirittura due i musei in corso di allestimento presso le Gallerie di Piazza Scala, uno dedicato all’Ottocento, la cui inaugurazione è programmata per l’autunno del 2011, e l’altro al Novecento, con apertura prevista entro il 2012. Il primo ospiterà 200 opere del XIX secolo provenienti non solo dalle collezioni di Intesa Sanpaolo, ma anche e soprattutto dal patrimonio della Fondazione Cariplo, partner del progetto. A partire dai bassorilievi di Antonio Canova al Futurismo, rappresentato da quattro capolavori di Umberto Boccioni, attraverso Francesco Hayez, Gerolamo Induno, Sebastiano De Albertis, Mosé Bianchi, il Divisionismo da Giovanni Segantini e Angelo Morbelli, e poi opere di Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, Lorenzo Delleani, Federico Zandomeneghi, Antonio Mancini, Gaetano Previati, Giulio Aristide Sartorio.
Sarà concentrato a Palazzo Beltrami il “nuovo” Museo del Novecento, ricco di una selezione delle 2.700 opere della raccolta, da Balla a Carrà, Depero, De Chirico, De Pisis, Rosai, Tosi, Funi, Mafai, fino a testimonianze del secondo Novecento, la parte più cospicua della raccolta: Burri, Tancredi, Dorfles, Munari, Reggiani, Soldati, Turcato, Vedova, e poi Paolini, Boetti, Merz, Ceroli, Festa, Schifano, Rotella, fino a Vanessa Beecroft, Stefano Arienti, Alberto Garutti. Con grandi autori della scena internazionale, da Picasso a Kandinsky, a Riopelle, Matta e Warhol.
Ma pur di portata dirompente, questo milanese – si diceva – non è che un tassello di un programma complessivo: i Poli museali griffati Intesa Sanpaolo, nei quali Milano si aggiunge a quelli di Vicenza con le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari a e di Napoli con la Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano, cresceranno ancora in altre città, con un progetto che per esempio a Torino è già tratteggiato, anche se per il momento i particolari della nuova struttura restano segreti.
Adibite a museo nel 1999, le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza custodiscono fra l’altro circa 130 icone russe, una selezione delle oltre 400 tavole che formano la più importante collezione conservata in Occidente, sia per il numero complessivo di opere, sia per la presenza di rarissimi capolavori.
Risale al 2007 l’apertura della seconda sede museale della banca, Palazzo Zevallos Stigliano, che ha il suo gioiello nel celebre dipinto raffigurante il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio; ma la raccolta vanta anche – ad esempio – la più preziosa testimonianza cartografica della città di Napoli del Seicento, opera di Alessandro Baratta, una veduta di Gaspar van Wittel raffigurante l’attuale Piazza Plebiscito, una serie di paesaggi e quadri di genere di ambito partenopeo di Anton Smink Pitloo.
Nel piano di interventi del Progetto Cultura Intesa Sanpaolo si affida ad un comitato scientifico composto da Gianfranco Brunelli (direttore della rivista “Regno”, consulente culturale di importanti istituzioni), Fernando Mazzocca (già professore ordinario di Storia della critica d’arte presso l’Università degli Studi di Milano, massimo esperto dell’arte italiana dell’Ottocento) e Aldo Grasso (professore ordinario di Storia della radio e della televisione presso l’Università Cattolica di Milano, collaboratore storico del “Corriere della Sera”).
– a cura di Massimo Mattioli
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