Bologna update: diecimila titoli in trent’anni. Numeri da record per le microedizioni di Pulcinoelefante, che stampano in edizione limitatissima un libro al giorno; con illustrazioni di Carmi, Parmiggiani, Baj…
Si mette alle macchine ogni giorno, instancabile, dal 1982. Compone testi i con caratteri mobili, armeggia con gli inchiostri e poi pressa, tira a mano una trentina di copie. E il giorno successivo replica la magia, flusso continuo e ininterrotto. Più che una casa editrice è una lunga interminabile performance quella di Alberto Casiraghy, in […]
Si mette alle macchine ogni giorno, instancabile, dal 1982. Compone testi i con caratteri mobili, armeggia con gli inchiostri e poi pressa, tira a mano una trentina di copie. E il giorno successivo replica la magia, flusso continuo e ininterrotto. Più che una casa editrice è una lunga interminabile performance quella di Alberto Casiraghy, in mostra ad Artelibro con una minuscola parte del suo mastodontico catalogo. Le Edizioni Pulcinoelefante sono così: nomen omen, fragilissime e insieme potenti come ha sottolineato a suo tempo in forma di poesia una delle più entusiaste autrici della scuderia. Alda Merini, naturalmente, incontrata a inizio Anni Novanta e subito integrata in un progetto per sua natura anti-commerciale, anarchico, ribelle e fantastico.
Il formato è ridottissimo, il numero di pagine minimo, la tiratura limitata a pochissime copie. Massimo una trentina. C’è giusto lo spazio per un aforisma, una breve poesia, una sentenza. Accompagnata da disegni e piccole opere di grafica, firmate nel corso degli anni dai vari Eugenio Carmi ed Enrico Baj; illustratori d’eccezione per un elenco di visioni ed emozioni che spazia da Wislawa Szymborska a Bruno Munari, da Ezra Pound ad Allen Ginsberg.
Non semplice la selezione di una manciata di titoli da esporre ad Artelibro, fotografia necessariamente parziale di un flusso troppo intenso: spuntano l’esemplare di Claudio Parmiggiani e quello ispirato a John Cage; ma anche un pugno di opere con gadget, a muoversi tra suggestioni new-dada e un involontario stile Fluxus.
– Francesco Sala
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