Per la serie Le lettere alla Redazione. Partiamo con Tiziana e la sua voglia di esserci. Chi la consiglia?

Diamo avvio con questa lettera e con Tiziana (che speriamo non si arrabbi perché gliel’abbiam fatta come improvvisata, senza avvertirla che avremmo pubblicato la sua missiva) una rubrichetta periodica di Lettere alla redazione. La rubrica parte e prende abbrivio da un fatto: su Artribune i lettori partecipano moltissimo. Questo è un grande successo per tutti […]

Diamo avvio con questa lettera e con Tiziana (che speriamo non si arrabbi perché gliel’abbiam fatta come improvvisata, senza avvertirla che avremmo pubblicato la sua missiva) una rubrichetta periodica di Lettere alla redazione. La rubrica parte e prende abbrivio da un fatto: su Artribune i lettori partecipano moltissimo. Questo è un grande successo per tutti noi, ma non bisogna fermarsi qui. Occorre, al contrario, mettere a frutto questa massiccia partecipazione e non metterla a frutto soltanto per noi, bensì anche e soprattutto per gli altri lettori. Insomma: tra le tante cretinerie che sparate, cari commentatori, magari qualcosa di utile può venir fuori; qualche idea può emergere; qualche chiave di lettura completamente altra può far vedere il mondo dalla prospettiva finalmente adeguata alle nostra aspettative. Ecco perché nelle Lettere alla Redazione poco conta la risposta della redazione e molto conta l’interazione tra chi scrive la lettera stessa e gli altri lettori che rispondono. Buon lavoro dunque.

Gentilissima redazione di Artribune,

sono una vostra assidua lettrice, e proprio perché apprezzo la vostra tempestività nel tenerci aggiornati su nuove tendenze e realtà d’eccellenza, vi scrivo per farvi una richiesta tanto banale quanto insolita. Sono un’operatrice culturale, che finora ha lavorato come assistente alla curatela. Come giornalisti e operatori del settore arte, siete coscienti delle difficoltà e selettività che comporta lavorare in questo settore, come in parte è giusto che sia. Tuttavia, e giudicatemi pure di parte se volete, nessuno mai parla delle dinamiche con cui è possibile avere l’opportunità di lavorare in questo settore, tantomeno della marea di laureati in Storia dell’arte che in un paese tanto ricco di storia quanto di interessanti realtà contemporanee non hanno dei canali guida (non esistono annunci, ad esempio) da seguire per potersi inserire.
Non è mio interesse ora aprire una polemica, lascio a voi la scelta di dedicare tempo e spazio all’argomento se lo riterrete opportuno. Ciò che vi chiedo invece, tenendo presente la premessa fatta sopra, è piuttosto di segnalarci quali sono quelle nuove realtà a cui è possibile presentarsi, di fare un po’ di luce su quali spazi, seppure pochi, ci sono a disposizione per chi ancora è fuori, e vorrebbe poter trovare un modo per essere invece dentro. Voi che lanciate tendenze e mode, che date spesso voce ai diretti interessati, voi che lavorate con passione e professionalità per essere tra l’Italia che si muove e che è in grado di competere al livello internazionale, dateci un segnale che siete in grado di ascoltare anche noi! Noi che siamo la realtà fatta di giovani con tanta voglia di fare e fare bene, ma che sbattono la testa contro ambienti e persone che si atteggiano ad attori del cambiamento e fautori della meritocrazia, ma che poi cestinano il tuo CV e ti assumono solo per conoscenza.
Noi siamo qui, davanti a questi schermi a leggere ogni giorno con interesse le  vostre notizie, e a sperare di poter trovare un modo prima o poi di essere fisicamente presenti  tra ciò che raccontate.
Vi ringrazio.

*Tiziana un po’ di confusione eh? Prima dici che il mondo è selettivo e difficile, poi dici che è pieno di raccomandati. Insomma, deciditi. La verità è che il tasso di clientelismo, nel mondo della cultura, è forse ancora un po’ inferiore rispetto ad altri universi. E dunque ci sono spazi per idee nuove, iniziative innovative, approcci evoluti. Ma sbagli se cerchi delle guide in ciò che leggi – Artribune compreso – perché ciò che leggi può servirti solo a decifrare e ad essere aggiornata sull’ambito di lavoro che ti circonda, ma poi la tua proposta ed il tuo “posizionamento professionale” devi costruirlo da sola, personalizzandolo a seconda dell’interlocutore che ti troverai e versionandolo in ottica freelance o, perchennò, con l’obbiettivo di lavorare in proprio. Noi cerchiamo di dirti quali sono le linee di tendenza, il passo successivo lo devi fare da sola senza aspettarti l’aiuto di nessuno. Altrimenti è come credere a quei programmi televisivi che per 20 euro vendono i numeri vincenti alla prossima estrazione del Lotto. Non esiste la ricetta per il successo.

Tiziana

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