Videogaming, clubbing e altre subcultures. A Bologna la sesta edizione del roBOt Festival: dal Canada alla Svezia, la scena contemporanea si costruisce su musica e arti digitali
“An indie game designer can be a rock star”: non è il titolo di una canzone, ma l’affermazione di Lisanne Pajot, co-regista – insieme a James Swirsky – di Indie Game: The Movie, documentario che racconta il mondo dei videgaming come nessuno l’ha fatto mai, tanto da vincere il premio Best Editing in World Documentary […]
“An indie game designer can be a rock star”: non è il titolo di una canzone, ma l’affermazione di Lisanne Pajot, co-regista – insieme a James Swirsky – di Indie Game: The Movie, documentario che racconta il mondo dei videgaming come nessuno l’ha fatto mai, tanto da vincere il premio Best Editing in World Documentary al Sundance film festival nel 2012. Il film nasce dal progetto della New Media Manitoba di realizzare una serie di corti sulla scena indipendente di Winnipeg in Canada, visto il successo ottenuto da Alec Holowka, game designer, con Derek Yu di Aquaria videogame che vinse il Seumas McNally Award all’Independent Games Festival nel 2007, e che subito divenne una star non solo in rete e tra i gamers, ma anche nella comunità locale. I registi, grazie a questo lavoro su commissione, divennero parte di una community di creativi, fino a quel momento per loro del tutto sconosciuta, di cui hanno condiviso gli entusiasmi, le difficoltà e i processi di sviluppo dei videogame.
Il documentario è uno dei cinque film in anteprima presentati nella sezione Screening di roBOt, Festival internazionale dedicato alla musica e alle arti digitali in programma a Bologna fra il 2 e il 5 ottobre. Tra gli altri titoli di questa sesta edizione ricordiamo We are Modeselektor, road movie che narra la storia dell’amicizia tra Gernot Bronsert e Sebastian Szary e la loro passione per il clubbing. La provincia della Germania Orientale da cui sono originari diventa il punto di partenza per conquistare con la musica tecno prima la capitale tedesca poi le altre metropoli internazionali.
Ci allontaniamo dal clubbing con Dancing Cities, a documentary film about dance and the city del regista catalano Roger Gual. Le immagini e le situazioni si compongono seguendo gli interventi di performer e ballerini attivi negli spazi pubblici di quattro diverse città europee. Con La Intrusa a Barcelona, Ubi Danza a Genova, Memory Wax a Malmo e Tanja Raman a Swansea in Inghilterra, scopriamo luoghi inaspettati di città conosciute che sono ormai parte dell’immaginario collettivo. Questo tipo di ricerca è sostenuta da Dancing Cities, network internazionale di festival che propone performance di danza contemporanea in contesti urbani.
– Lorenza Pignatti
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