Terzi Paradisi e terre sempre prime. Un tour fra Zegna e Pistoletto
Arte come motore per una trasformazione sociale, arte come legante per le comunità locali e mondiali. Da Fondazione Zegna a Cittadellarte, il biellese traccia un sogno concreto. Siamo andati sul posto a verificare la tenuta dei progetti.
Il 5 ottobre ha rappresentato una data importante per chi crede nel ruolo attivo, agente che l’arte contemporanea può esercitare sulla società. Nello stesso giorno sono stati inaugurati la quinta edizione di All’Aperto, a Trivero (Biella), voluta come ogni anno a partire dal 2000 dalla Fondazione Zegna, per la cura di Barbara Casavecchia e Andrea Zegna, e la 16esima edizione di Arte al Centro presso Cittadellarte – Fondazione Pistoletto (Biella), che in quest’occasione ha concentrato le energie sul rapporto fra arte e trasformazione urbana.
L’evento di Trivero, che lascia al Comune e alla sua gente un nuovo progetto site specific e permanente, ha coinvolto Marcello Maloberti (Cologno, 1966; vive a Milano), tra i rappresentanti del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia di quest’anno. Indirizzato in particolar modo dalle comunità locali, fattore non trascurabile per All’Aperto, come l’Associazione Nazionale degli Alpini di Trivero, la Corale Aurora Montis, la Scuola Primaria della frazione Ronco e molte altre, Maloberti ha scelto letteralmente di dar vita a un giardino in uno spazio rimasto in disuso, accanto alla palestra comunale (che “contamina” il giardino con un attrezzo da pesi massimi).
La grandiosa scritta/titolo I baci più dolci del vino in cemento, per un totale di 32 metri, sfrutta la stessa grafica delle insegne originali del Centro Zegna e arriva dritto dal Cantico dei Cantici. Un augurio delicato ma intenso per i futuri frequentatori della terrazza. Maloberti ha disegnato personalmente alcuni elementi d’arredo che popolano il giardino, come le lampadine colorate sui festoni che ritagliano un piccolo palco e il neon in forma di mezzaluna che troneggia in alto. Per le aiuole, che ospitano molte varietà di rose bianche, e per la selezione degli alberi da piantare (tra cui tigli e meli), l’artista si è avvalso della collaborazione di Marco Nieri, esperto di bioenergetica, la cui preferenza è caduta su specie dalle proprietà particolarmente benefiche per i nostri organi vitali.
Il pomeriggio di sabato 5, oltre a essere un’inaugurazione, è anche un ritrovo conclusivo, orientato alla spensieratezza e alla condivisione tra chi ha pensato questo spazio e i suoi fruitori: il contatto dell’artista con i cittadini è uno dei pilastri portanti su cui I baci più dolci del vino si fonda. In formato happening, il pomeriggio offre vin brulé, crostate, biscotti, salame e formaggio per mano degli Alpini, mentre fuochi pirotecnici si confondono con la nebbia che sale. Il coro allieta l’udito, insieme agli ululati dei bambini in fila, guidati da una luna di carta. Tre adolescenti si coprono – finché le braccia non cedono – dietro stoffe dai colori sgargianti, mentre una grande conchiglia si avvicina cauta alle orecchie più curiose. Insomma, una piccola festa per tutti i sensi.
Pochi chilometri più in là, Cittadellarte rende visitabili le mostre nei propri spazi, tutte fortemente nutrite attraverso ricerche da Biella a Biella e da Biella al mondo, all’insegna della responsabilità etica. È presente lo stesso Michelangelo Pistoletto a sottolineare quanto l’epoca storica che viviamo esiga un’azione tangibile dell’arte nella rete sociale; il maestro dell’Arte Povera (che ricorda come “povero” stia per “essenziale”) elegge a emblema di tale idea il suo Terzo Paradiso, dal considerevole peso specifico quanto a significati simbolici, che sarebbe resa concreta nel progetto Let Eat Be, basato sul sostegno di cultura, coltura e convivialità.
La mostra Geografie della trasformazione. I cantieri dei saperi condivisi espone le molte attività avviate a partire dal 2004 in ogni parte del globo, allo scopo di trasformarlo responsabilmente. Visible. On Display fa largo ai lavori selezionati al Visible Award: un susseguirsi di storie narrate da professionisti che cercano di usare l’arte per determinare nuove prospettive di vita e di relazione, la mostra è affiancata anche dall’omonima biblioteca.
The Compromise è quel che risulta da Unidee in Residence 2013, il programma che ha coinvolto una serie di creativi e li ha visti lavorare come singoli e come gruppo. S’intende evidenziare qui il dissenso come diritto e valore all’interno della collettività.
Durante la cena, per la quale sono stati selezionati prodotti locali, Arte al Centro ha intrattenuto gli ospiti con le performance afro del complesso Battiti Scomposti.
Progetti ricchi, partecipativi, impeccabili nell’ambito dell’impegno sociale. Ma all’interno di tutto questo il concetto di arte si spalma, va ricercato, fortemente rischia di perdere i limiti di cui necessita, perché dal resto possa ancora farsi riconoscere.
Lucia Grassiccia
http://www.fondazionezegna.org/all-aperto/
http://www.cittadellarte.it/
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