Per una quindicina d’anni, durati lo spazio di un quarto d’ora, gli effluvi della Milano da bere si sono sparsi a scoppio ritardato anche nel contado. Lodi ci ha creduto: ha vissuto sogni di benessere, caduti a metà Anni Zero nel folle incubo di Bancopoli. Il risveglio, doloroso, incatena la città a una ruralità che fa rima con sofferta marginalità; e a pagare il prezzo sono, naturalmente, le generazioni ultime. A partire da quei figli degli Anni Ottanta svezzati, al tempo della scuola, da miraggi presto desertificati.
Le loro visioni, i loro esorcismi, sono ora raccolti nello spazio Bipielle Arte griffato – quando ancora si poteva – da Renzo Piano: teatro che accoglie il frutto di una scena tutt’altro che anestetizzata. E lo pone in confronto con ospiti in arrivo da diversi angoli d’Europa, passando dalle grafie un po’ new weird della francese Elise Bergamini fino alla Street Art: quella espressionista del polacco Zbiok e quella pulitissima, calligrafica, del collettivo belga Hell’O Monsters.
In mezzo, i richiami ultra-pop di Alfano, che rielabora con diretta e coinvolgente semplicità la mitologia di un’infanzia guidata dal boom delle tv commerciali, e una spiccata predisposizione al ritratto: si tratti del primitivismo digitale di Miriam Mosetti o della violenza fotografica di Mattia Arioli, dei collage di Cesare Concardi Pannico o delle matite di E.L.
Ed è in fondo un ritratto, collettivo e condiviso, anche l’intervento di Luca Armigero. Che strappa, quasi fosse un affresco, la recinzione di un’impresa locale – ovviamente fallita – e ne fa muto monumento alle speranze deluse.
Francesco Sala
Lodi || fino al 26 ottobre 2013
Ottanta. An international perspective. A local insight
BIPIELLE ARTE
Via Polenghi Lombardo 13
0371 580351
[email protected]
www.bipiellearte.it
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