A lezione di potere. Dalla Lituania
Museo Marini, Firenze - fino al 23 novembre. Attraverso l'obsolescenza, portata fino allo straniamento, l'opera di Deimantas Narkevičius ci consegna la sua verità: che il potere, poiché è ovunque, è la sostanza anonima del quotidiano. Una mostra equilibrata e intensa.
L’intuizione e il paradosso sono parole differenti che indicano uno stesso elemento sostanziale della ricerca di Deimantas Narkevičius (Utena, 1964; vive a Vilnius): la considerazione che la visione della storia, come una materia viva, è infinitamente duttile. Vale a dire che l’analisi ripetuta del passato, attraverso cui si scoprono gli abusi delle ideologie e delle fedi, non serve a legittimare una supposta superiorità del presente, piuttosto a indicare che la differenza tra il pensiero attuale e quello trascorso non è qualitativa ma di gradazione politica.
Così l’insistenza su quell’apparato enorme e impenetrabile che fu il blocco sovietico, oltre a connaturarsi all’artista per ovvie ragioni biografiche, gli diviene strumento di decostruzione riferibile all’Occidente stesso. Tanto adesso siamo in grado di comprendere i condizionamenti mentali e pratici che il comunismo agì in ogni ambito, quanto poco immaginiamo di partecipare noi a un similare processo d’incoscienza; in tal senso, il ricorso al totalitarismo russo è il corrispettivo dello sguardo che tra mezzo secolo saprà individuare le distorsioni connesse a questa democrazia capitalistica.
La mostra al Museo Marini si compone in modo equilibrato di video, suoni e sculture: mezzi che per l’autore si equivalgono, afferendo tutti a un’organizzazione dello spazio. L’insieme concorre all’evocazione di quel particolare stato, a metà tra sogno e realtà nel momento del risveglio, indicato dalla parola Ausgeträumt: non a caso titolo di un’opera in cui l’artista filma una giovane band rock lituana.
Anche da “occidentali” provenienti da un altro sistema di pensiero, si avverte il fascino misterioso, misto di nostalgia e di paura, che emerge da un’installazione come A Tang of Lomo Film – sistema per la riproduzione di file dalla libreria digitale Spotify, passando dal sistema di radiodiffusione usato dalla propaganda rossa nelle sale cinematografiche – oppure dal rumore di Matching the TU-144, rimando a quello generato dal Tupolev, gioiello tecnologico antecedente il Concorde e mai commercializzato proprio a causa del suo frastuono.
In modo similare Into the Unknown, assemblaggio di filmati d’archivio che promuovevano il modello di vita nella Germania dell’Est, nonché le sculture, per esempio la serie di stivali usati come incensieri in Holy War, svelano l’oppressione e insieme l’assurdità del sistema cui appartennero. Un monito ricavato da ciò che è accaduto e rivolto ciò che sta accadendo; in tale apparentemente improbabile relazione sta la forza della ricerca di Narkevicius, e nello specifico dell’esperienza fiorentina.
Matteo Innocenti
Firenze // fino al 23 novembre 2013
Deimantas Narkevičius – Da Capo
a cura di Andrea Viliani e Alberto Salvadori
MUSEO MARINO MARINI
Piazza San Pancrazio
055 219432
[email protected]
www.museomarinomarini.it
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