AAA. Parlano gli Architetti Ambulanti Associati
AAA è l'acronimo scelto da un gruppo di architetti uniti dallo stesso impegno: uscire dalla crisi. Per farlo, il primo passo è fuori dagli studi professionali, nelle strade, nelle piazze, nei centri commerciali. Incontrare i cittadini e offrire consulenze gratuite per dare un segnale. L'architetto non è un costo ma un investimento. Ne abbiamo parlato con le tre anime della giovane associazione culturale Architetti Ambulanti Associati: Stefano Scianamè, Luca Falaschetti e Melania Pasqualini. E se volete incontrarli, appuntamento fino al 27 ottobre a Pavia, in piazza della Vittoria.
Raccontateci la vostra iniziativa. Da dove è venuta l’idea?
Architetti Ambulanti Associati è nata inizialmente come un “esperimento sociale”. Ci siamo chiesti: “Cosa succederebbe se in un centro commerciale le persone trovassero anche uno studio di architettura?”. Abbiamo deciso, incuriositi, di cercare direttamente noi la risposta, mettendo in campo il primo esperimento di “progettazione itinerante”, nei luoghi dello spazio pubblico, come le piazze e i centri commerciali, per favorire l’incontro tra la figura dell’architetto e ogni possibile utente. Siamo stati “in tour” prima al centro commerciale Sarca di Milano e poi al centro commerciale Metropoli di Novate Milanese.
Architetti Ambulanti Associati adesso è un’associazione culturale aperta a tutti gli architetti, ma anche a ingegneri e professionisti del territorio, che possono iscriversi e formare poi un “gruppo territoriale”, seguendo le modalità da noi indicate, e quindi portare avanti questa modalità alternativa di promozione professionale.
Qual è lo scopo che vi prefiggete?
Il mercato spesso diffida della figura professionale dell’architetto, vista come elitaria, inaccessibile e distante dalle esigenze della gente comune. Il nostro scopo è comunicare l’idea che l’architetto non è un costo, ma un investimento, e l’unico modo per diffonderla è fare della propria professione uno strumento di cultura e una missione.
Come avviene esattamente il tutto? Quali sono le procedure una volta avviato il contatto con il cliente?
Il modo con cui facciamo promozione è quello dell’evento: cerchiamo di organizzare, per un periodo di tempo limitato, un’iniziativa locale in cui invitiamo da una parte i professionisti ad associarsi, e dall’altra invitiamo tutta la cittadinanza a incontrare i professionisti per conoscere e scoprire il valore e l’efficacia della consulenza architettonica. Durante l’evento facciamo consulenze immediate e gratuite: se poi qualcuno volesse approfondire il livello della consulenza e prendere un appuntamento, allora il tutto rientra poi nei canoni dell’incarico professionale tradizionale.
Quanti sono gli architetti finora coinvolti che vi hanno dato la loro disponibilità a offrire consulenze gratuite?
Architetti Ambulanti Associati è un’associazione giovane, nata soltanto a luglio scorso, per cui attualmente siamo soltanto una trentina di associati effettivi, ma ogni giorno riceviamo richieste di adesione, per cui speriamo di crescere in tempi rapidi.
Finora quali sono stati i risultati? Raccontateci l’esperienza fatta al Macef…
In aprile durante il Fuorisalone abbiamo partecipato tramite Best Up al Goodesign di Cascina Cuccagna. Da poco siamo stati al Macef all’interno del progetto di Best Up Storie di cose sostenibili: in entrambi i casi abbiamo deciso di partecipare a eventi legati alla sostenibilità, proprio perché anche noi cerchiamo tra le altre cose di raccontare che spesso recuperare conviene dal punto di vista culturale ma anche economico. Inoltre cerchiamo di rendere sostenibile proprio la nostra professione, e all’interno di questi eventi abbiamo avuto modo di poterlo raccontare a tantissime persone.
Parlate di “esperimento sociale” e di “proposta anticrisi”. Cosa pensate di ottenere con questa iniziativa?
Nell’evento di Pavia l’associazione è stata coinvolta dall’amministrazione comunale: tutti coloro che riceveranno la consulenza di un Architetto Ambulante potranno dare un contributo volontario e il ricavato sarà devoluto al Comune di Pavia per contribuire alla manutenzione di una testimonianza architettonica della città scelta insieme ai cittadini. In questo modo speriamo che possa passare il messaggio che la cultura di una città passa anche per la sua architettura, ma non soltanto quella dei monumenti, ma anche quella che le persone abitano nel loro quotidiano, il loro bene più prezioso: la casa.
Zaira Magliozzi
www.architettiambulantiassociati.it
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