Questa ampia mostra personale dà conto dell’attività recente di Gian Marco Montesano (Torino, 1949). L’artista riesce a costruire incontri impensati tra motivi altamente abrasivi, come “paesaggi-alpini-in-Technicolor” e “dive-in-bianco e nero”, che in alcuni casi sono dive solo per la cornice di esperienza dell’artista (Das ist der Evige gesang; Mediterranes Lied, 2011). Che deflagrano nello spazio della tela: la tensione drammatica dalla qualità spiazzante è la matrice dell’universo pittorico e narrativo di Montesano. Che è dunque (e non da oggi) innanzitutto un “raccontatore”: quanto di più “inattuale” si potesse immaginare per un artista, fino a poco tempo fa. Lo dimostrano anche i disegni di Geographie (2005) in cui i riferimenti iconografici ai totalitarismi disposti in sequenza rivelano prontamente la loro intercambiabilità. Oppure alle opere della serie Grazie dei fiori (2008), che si pongono rispetto al modello warholiano in una relazione non succube ma enigmatica.
Christian Caliandro
Altavilla // fino al 22 novembre 2013
Gian Marco Montesano – quanto erano belli i soldati
ATLANTICA
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