Il fantastico e sconfinato mondo di Piero Fornasetti (Milano, 1913-1988), artista e collezionista onnivoro, è raccontato in una personale presso il Triennale Design Museum in occasione del centenario dalla sua nascita. Nato da un’agiata famiglia borghese, Fornasetti iniziò ad avvicinarsi all’arte con il disegno, frequentò l’Accademia di Brera per soli due anni e fu poi espulso per insubordinazione, perché a sua detta “non mi insegnavano quello che volevo imparare. Non insegnavano a disegnare il nudo”. Il giovane Fornasetti dimostrò subito di essere uno spirito libero, amava nuotare controcorrente e rifuggiva le definizioni di epoche, stili e ruoli: “Le parole Rinascimento, Classicismo non esistono. Sono equivoche, come lo sono Neoclassico, Barocco. Sono invenzioni. Esiste il buon disegno”.
Fu pittore, decoratore, designer, stampatore, collezionista, stilista, artigiano, gallerista e curatore, ma non lo racchiuderemo in nessuna di queste etichette che lui stesso detestava. Piero Fornasetti fu “semplicemente” un vulcanico artista insaziabile che non pose alcun confine di sorta al suo lavoro e alla sua immaginazione: “Io voglio liberare la mia ispirazione dai confini del solito”. Ed è proprio oltrepassando le distinzioni tra i mestieri e le convenzioni dei suoi tempi sull’ornamento che Fornasetti realizzò, con precisione artigianale, più di 13mila tra oggetti e decorazioni, un vero e proprio universo personale che delineò il suo stile inconfondibile. Alla sua incessante produzione manuale affiancò una altrettanto fitta ricerca. Studiava e conosceva tutti gli artisti europei suoi contemporanei, collaborava con architetti come Giò Ponti e collezionava i collezionisti, arricchendo il suo bagaglio e la sua immaginazione.
Il monito di Adolf Loos su “ornamento e delitto” perde quasi ogni validità di fronte a un talento che ha fondato tutto il suo lavoro sull’ornamento stesso, ridandogli quella dignità persa durante gli anni del Razionalismo.
Nella vasta opera di Piero Fronasetti, di cui ben 1.000 esemplari sono esposti in Triennale, ritroviamo alcuni leitmotiv del design come la miniserialità artigianale e la serie, in particolar modo la serialità con cui amava riprodurre i volti femminili, da cui era quasi ossessionato (500 variazioni di visi di donna). Ma cercare forzatamente elementi che lo leghino solo al mondo del design o della decorazione è sbagliato, perché Fornasetti stesso insegnava che “non c’è confine tra l’artigianato e l’opera d’arte. Tutto è opera d’arte”.
La mostra, curata dal figlio Barnaba Fornasetti, attinge allo straordinario archivio gestito dallo stesso Barnaba, che porta avanti il lavoro del padre. Il percorso espositivo, suddiviso in sezioni, ripercorre dagli inizi pittorici, alla collaborazione con Giò Ponti, passando attraverso pareti di piatti, paraventi, portaombrelli, trumeau, fino ai filmati, tutta la lunga carriera dell’artista.
Completa il ricco percorso della mostra il catalogo, edito da Corraini Edizioni con veste grafica di Fabrizio Radaelli e Davide Bonando, in arte Nuclearlab, che è a tutti gli effetti un vero e proprio libro sulla carriera di Fornasetti, con gran parte dei suoi disegni, schizzi, progetti e ritratti.
Come ricorda Silvana Annicchiarico, direttore del Triennale Design Museum, “Fornasetti è stato prima di tutto un inesasusto storyteller”, perché ogni sua singola opera cela una storia da raccontare; ogni ritratto, ogni scorcio, ogni visione, potrebbe essere la prima pagina di un romanzo.
Valia Barriello
Milano // fino al 9 febbraio 2014
Piero Fornasetti – 100 anni di follia pratica
a cura di Barnaba Fornasetti
Catalogo Corraini
TRIENNALE
Viale Alemagna 6
02 724341
[email protected]
http://www.triennale.it/
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