Ecco immagini e video dell’ampliamento del Kimbell Art Museum disegnato in Texas da Renzo Piano. Progetto accurato e rigoroso, senza troppo coraggio…
Il complesso è composto da due strutture connesse da passaggi vetrati e da lunghi colonnati, e usa tre materiali principali: vetro, cemento e legno. Il tutto proprio di fronte alla parte di museo datata 1972 e disegnata dal celebre architetto, statunitense d’adozione, Louis Kahn. Inaugurerà ufficialmente Il 27 novembre a Fort Worth, in Texas, l’ampliamento […]
Il complesso è composto da due strutture connesse da passaggi vetrati e da lunghi colonnati, e usa tre materiali principali: vetro, cemento e legno. Il tutto proprio di fronte alla parte di museo datata 1972 e disegnata dal celebre architetto, statunitense d’adozione, Louis Kahn. Inaugurerà ufficialmente Il 27 novembre a Fort Worth, in Texas, l’ampliamento del Kimbell Art Museum progettato da Renzo Piano Building Workshop (RPBW) e dallo studio texano Kendall Heaton Associates.
Nell’ala est le due gallerie sono concepite come grandi spazi liberi, il pavimento in quercia segue la tessitura delle travi, anch’esse lignee. Su queste si instaura un sistema di copertura in acciaio e vetro al di sotto del quale una serie di teli lascia entrare la luce dall’alto in maniera uniforme e diffusa. La galleria sud esporrà mostre temporanee mentre la nord sarà usata per la collezione permanente del museo. Questa include dipinti di Michelangelo, Caravaggio, Poussin, Rembrandt e Boucher e sculture di Donatello, Bernini e Houdon. L’ala ovest, invece, oltre a un’altra piccola galleria e alle aule studio, ospita un auditorium ipogeo per quasi 300 persone.
Renzo Piano e Louis Kahn uno di fronte all’altro in Texas. L’influenza del secondo sull’altro è evidente: sia dal punto di vista del rigore geometrico, della ricerca ossessiva del ritmo, che della materia e dell’uso della luce. Tutte citazioni consapevoli e ben dosate, ma non del tutto positive in fondo. Guardando la nuova ala di Piano sembra sia stata sempre lì, non il frutto di un disegno contemporaneo. Un atteggiamento questo, tipico dell’architetto genovese quando si trova a confrontarsi con architetture dei grandi del passato. È successo lo stesso nel convento realizzato a ridosso della Chiesa a Ronchamp di Le Corbusier: poco coraggio, molta accuratezza. E questo, di solito, rassicura i committenti. Chiamando Renzo Piano un’istituzione è sicura di ottenere almeno due cose: una grande risonanza internazionale e un progetto architettonico di qualità che mette tutti d’accordo. Senza infamia ma senza lode…
– Zaira Magliozzi
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