Yuri Ancarani, Linda Fregni Nagler, Marinella Senatore e Micol Assaël sono i finalisti della terza edizione del Premio MAXXI. Le loro opere inedite in mostra a primavera nel museo romano, che acquisirà quella vincente
Selezione in rosa per la short-list da cui la prossima primavera uscirà il vincitore della terza edizione del Premio MAXXI, passando sotto le forche caudine di una giuria composta dai padroni di casa Hou Hanru e Anna Mattirolo, Giuseppe Penone e il direttore artistico del Fridericianum Susanne Pfeffer, dal direttore dell’Ujazdowski Castle Fabio Cavallucci e […]
Selezione in rosa per la short-list da cui la prossima primavera uscirà il vincitore della terza edizione del Premio MAXXI, passando sotto le forche caudine di una giuria composta dai padroni di casa Hou Hanru e Anna Mattirolo, Giuseppe Penone e il direttore artistico del Fridericianum Susanne Pfeffer, dal direttore dell’Ujazdowski Castle Fabio Cavallucci e da Massimiliano Gioni. Quest’ultimo chiamato a esprimere una preferenza tra nomi che ha voluto nella Biennale che si chiude in questi giorni: il classico regolamento “a chiamata” porta infatti in competizione Yuri Ancarani, scelto da Luigi Fassi e Linda Fregni Nagler, voluta invece da Barbara Casavecchia. A contendersi il jackpot, che consiste nell’acquisizione dell’opera originale elaborata per il premio e nell’allestimento di una personale al MAXXI sono anche Micol Assaël, prima scelta di Luca Lo Pinto e Marinella Senatore, proposta dal ticket composto da Emanuele Guidi dell’ar/ge Kunst Galerie di Bolzano e dalla curatrice capo di Rivoli Marcella Beccaria. Tre donne e un solo uomo, dunque; ed età media in fondo non così bassa (Ancarani ha superato i quarant’anni) per un evento che si propone di sostenere “la crescita della giovane generazione di artisti italiani”. Lasciando sottotraccia la possibile ovvia e solita querelle sull’artista giovane all’anagrafe e quello giovane dentro, lasciamo alle opere il compito di parlare: i quattro progetti in corsa saranno esposti al museo nel corso della prossima primavera.
– Francesco Sala
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