Recuperare il design. Artwo alla Triennale

Al Triennale DesignCafé di Milano, le forme degli oggetti raccontano un altro mondo. Vasi di fiori come bottiglie, catene come centritavola, cazzuole come appendiabiti e sedie come mensole portalibri e portaoggetti. “Recupero” mostra, fino al 15 dicembre, la forma bandita della memoria.

Sedici progetti raccontano come avrebbero potuto essere le cose. Se, realmente, le si fosse potute ricordare, evocare prima. Prima di lasciarle a loro stesse, senza forma, senza regola, dimenticate dalle leggi della diversità.
Recupero, questo il titolo del percorso allestito al Triennale DesignCafè e curato da Valia Barriello, è stato ideato e realizzato per raccogliere le lunghe tracce dell’associazione Artwo, impegnata nella composizione di oggetti in edizione limitata. Ciascuno dei manufatti presentati da Recupero è stato concepito da artisti e designer contemporanei, sedici in tutto, tra nomi emergenti e nomi noti (come Paolo Ulian e Alessandro Mendini), per poi essere realizzato dai detenuti della Casa Circondariale di Rebibbia – Nuovo Complesso a Roma. In questa sede, Artwo ha allestito un laboratorio con gli strumenti necessari alla produzione di oggetti e ha predisposto un periodo di formazione per i detenuti che hanno avuto modo di incontrare i diversi autori coinvolti.
La Barriello, prediligendo un allestimento trasparente – che impreziosisce ogni oggetto grazie alla presenza di teche in plexiglas e grazie a una corretta distanza di respiro tra i progetti – analizza con raffinatezza il tema del recupero funzionale di cose comuni, dismesse e qui divenute prodotti semilavorati. “Non è in questo caso un semplice lavoro a nobilitare l’uomo, ma è la creazione di oggetti d’uso quotidiano che, anche se nati prigionieri, diventano poi finalmente liberi, a offrire al detenuto un’occasione di sentirsi ancora parte di una società”, afferma la curatrice del percorso.

Recupero. Artwo: dentro e fuori le mura - veduta della mostra presso il Triennale DesignCafé, Milano 2013 - photo Francesco Quinzi

Recupero. Artwo: dentro e fuori le mura – veduta della mostra presso il Triennale DesignCafé, Milano 2013 – photo Francesco Quinzi


Al piano terra della Triennale di Milano, dunque, la realtà trasfigurata della vita di ogni giorno mette in mostra un doppio esempio, un doppio legame del processo di recupero: momento in cui la materia diventa uomo e l’uomo design. Così, mentre Mendini, a inizio percorso, espone un vaso a forma di carta spiegazzata, Stefano Canto propone un centrotavola ottenuto dalla sovrapposizione concentrica di una catena di trasmissione; Fabio della Ratta esibisce un tris di vasi-bottiglia sospesi; Carlo de Meo, invece, svela la sua Libreria Sediavarizia, la Lampada Graal, gli svuota-tasche ottenuti dai galleggianti e la matita ottenuta da un tubo di stagno per le saldature. D’impatto sono da considerare anche: l’orologio-centrino di Sara Ferrari (Orologio Doing Time) e la Lampada tubo componibile di Andrea Gianni. Tutte idee nate senza la complicazione della conformità.

Ginevra Bria

Milano // fino al 15 dicembre 2013
Recupero. Artwo: dentro e fuori le mura
a cura di Valia Barriello
TRIENNALE DESIGNCAFÉ
Viale Alemagna 6
02 724341
www.triennale.org

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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